Il Blog di Livia Turco

www.liviaturco.it



Month: Luglio, 2008

Un vero e proprio attacco alla sanità pubblica

29 Luglio, 2008 (10:28) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

In quest’articolo su l’Unità del 26 luglio 2008 ho voluto puntare l’indice contro la politica sanitaria del Governo Berlusconi che, attraverso il taglio alle risorse finanziarie e la revoca dei nuovi livelli essenziali di assistenza varati dal Governo Prodi, ha come obiettivo un forte ridimensionamento dei servizi e delle prestazioni offerte e garantite dal Servizio sanitario nazionale.

Leggi l’articolo: Sanità: attacco al servizio pubblico

Immigrazione: il Pdl cavalca la paura e semina intolleranza

28 Luglio, 2008 (14:19) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

 
  Chiudi
Intervista di Livia Turco al quotidiano “il Mattino”, all’indomani della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per l’immigrazione decretata dal Governo Berlusconi
 
 
 
di GINO CAVALLO - Roma (26 luglio 2008).«Queste cose accadono quando si prova a cavalcare la politica della paura. Poi finisce che ti si rivolta contro, che non riesci più a gestirla».Livia Turco, già ministro della Salute nel governo Prodi e membro della direzione nazionale del Pd, sintetizza così la confusa successione di precisazioni e polemiche determinata dall’annuncio del ricorso da parte del governo allo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per fronteggiare l’emergenza dell’immigrazione clandestina proveniente da Paesi extracomunitari. Intanto il ministro Maroni parla di prassi consolidata. «Bene ha fatto il presidente della Camera Fini a chiedere che il governo venga martedì in aula a chiarire i termini di questa emergenza. Mi limito ad annotare, a proposito di prassi, che sarebbe stata questa la procedura da adottare sin dall’inizio». Resta il fatto che per l’esecutivo l’emergenza esiste. «Vedremo. Intanto però sa qual’è l’emergenza vera? Quella degli ottocentomila extracomunitari che in Italia già lavorano, in molti casi come badanti. Un esercito di persone di cui nessuno sembra preoccuparsi». Problemi che l’esecutivo spiega di aver ereditato dal governo Prodi. «Ma quale eredità…La verità è che questo governo dovrebbe prendere atto del fallimento delle politiche che ha messo in atto in questo settore. E, soprattutto, il centrodestra dovrebbe finalmente convincersi di come la disperazione della gente che arriva da noi è più forte di qualsiasi pugno di ferro». Immagina una nuova sanatoria? «Mi limito ad osservare questo esercito di disperati che vivono nelle nostre case, che ci aiutano ad affrontare problemi familiari talvolta gravissimi. È a loro che penso, al fatto che si pensa piuttosto a criminizzarli». Cosa intende quando parla di politica della paura? «Allo stress continuo a cui la maggioranza sta sottoponendo questo Paese. Come in questo caso. Se è vero che i flussi in arrivo stanno crescendo, che c’è una crisi di gestione dei centri, insomma che c’è un problema di accoglienza, allora parliamo di questo e non di stato di emergenza. È ad approcci di questo tipo che penso quando parlo di una politica della paura che, tra l’altro, fa più male agli italiani che agli immigrati». Il Pd ha attaccato duro sulla riduzione dei fondi per la sicurezza. «Questa è un’ulteriore contraddizione con la quale il governo deve fare i conti. E pensare che il tema della sicurezza è stato cavalcato in maniera forsennata durante tutta la campagna elettorale. Sono queste le cose che rendono ancora più confusa e preoccupante la situazione che stiamo vivendo». Possibile che in Italia il tema dell’immigrazione non possa mai uscire dai confini dell’emergenza? «Sembra davvero una maledizione. E dire che ormai parliamo di qualcosa che è destinato a far parte della nostra storia quotidiana. E su cui finiamo per urlare, mentre sarebbe tempo di discutere, di ragionare».

Con cancellazione Lea grave colpo ai cittadini

24 Luglio, 2008 (11:12) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

di Livia Turco

 

La decisione del Governo, comunicata ieri dal sottosegretario Fazio, di revocare il provvedimento adottato ad aprile dal Governo Prodi con il quale erano stati aggiornati i livelli essenziali di assistenza del Ssn, è gravissima.

Che fine faranno il vaccino HPV contro il cancro alla cervice uterina, l’anestesia epidurale per garantire il parto naturale indolore o lo screeening per prevenire la sordità infantile? E queste sono solo alcune delle novità introdotte dal Governo Prodi dopo un lungo lavoro di revisione della lista delle prestazioni sanitarie garantite ai cittadini.

Un lavoro importante che aggiornava i Lea dopo molti anni e svolto sempre in collaborazione con le Regioni per offrire un servizio migliore e più appropriato ai cittadini. Vedo una sola spiegazione alla decisione del Governo Berlusconi di revocare quel decreto, e sta nei tagli al fondo sanitario stabiliti dalla manovra economica di Tremonti.
Una manovra che ha ridotto di ben 6,5 miliardi di euro la dotazione del Ssn dal 2009 al 2011. E questo vuol dire solo una cosa: si ridurranno le prestazioni ai cittadini, a partire da un ridimensionamento dei Lea, di cui l’atto di revoca di ieri è il primo passo. Ecco il vero volto della politica economica di questo Governo: nessun taglio alle imposte, nessun intervento sui salari ma addirittura tagli alle prestazioni sanitarie essenziali.

 

Cosa prevedeva il Dpcm con i nuovi Lea varato dal Governo Prodi e cancellato da Berlusconi

La sanità malata di politica

23 Luglio, 2008 (14:18) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

di Livia Turco sul Corriere delle Sera del 20 luglio 2008

per leggere clicca sul link qui sotto

turco-corriere.pdf

Io mi fido in silenzio dell’amore del padre

23 Luglio, 2008 (14:07) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

Lettera di Livia Turco a “il Rifomista” del 18 luglio 2008 sul caso di Eluana Englaro

per leggerlo clicca sul link qui sotto

turco-riformista.pdf

Il bluff del ticket

23 Luglio, 2008 (13:44) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

di Livia Turco - da L’Unità del 13 luglio 2008

Bluff, cinismo, gioco delle tre carte: come altro definire l’abrogazione del ticket che in realtà non è abrogato?
Se non fosse che è in gioco la salute dei cittadini l’articolo 60 bis del Governo, inserito di soppiatto, nel decreto sullo sviluppo economico potrebbe essere motivo d’ironia e non solo di polemica politica. Ma, appunto, è in gioco la salute dei cittadini. E, di fronte ad essa, vogliamo cercare sempre una scrupolosa, soluzione dei problemi.
È innanzitutto la serietà ciò che

manca a questo governo.

Infatti, il citato emendamento prevede l’abolizione del ticket di 10 euro sulla specialistica per il 2009, ma lo Stato mette a disposizione soltanto 50 milioni su 834 milioni necessari. I rimanti 707 milioni sono a carico delle Regioni le quali, potranno anche ripristinare il ticket medesimo. 7 milioni derivano dalla riduzione dell’indennità dei direttori delle aziende delle ASL e dei Direttori Sanitari! Altri 60 milioni dalla riduzione d’organismi politici e apparati regionali.

È bene ricordare che il Governo Prodi considerando l’introduzione di quel ticket un errore compiuto, stanziò per la sua sospensione 350 milioni di euro nel 2007 e 834 milioni di euro nel 2008.
Dunque come abbiamo fatto noi possono fare anche loro decidendo di cancellare definitivamente una misura iniqua e sbagliata.

Il governo sceglie invece di fare lo scaricabarile sulle regioni dimostrando irresponsabilità e cinismo e provocando una rottura del rapporto di fiducia tra Istituzioni. Purtroppo il bluff del ticket non è l’unico aspetto grave della politica del Governo Berlusconi nel confronto della Sanità. Si ritorna ai tagli e si dimenticano i grandi temi della sanità pubblica come la messa in sicurezza degli ospedali, la prevenzione del rischio clinico, la promozione della medicina territoriale attraverso un sistema di cure primarie, la formazione dei medici e operatori ed il raccordo tra Università e Ospedali.

Per non parlare del rinnovo del contratto dei medici e l’assorbimento delle situazioni di precarietà nel servizio sanitario nazionale. Al contrario, la sanità torna ad essere solo un problema finanziario di razionamenti delle risorse anzi di tagli. Torna ad essere materia di grave conflitto istituzionale ed è quello che più ci preoccupa.

Il diritto alla salute ha bisogno di regole e risorse certe, di condivisione, di gioco di squadra: tra i livelli istituzionali, tra istituzioni, manager, operatori ed associazioni dei cittadini.

Con il decreto sullo sviluppo le regioni si trovano obbligate a discutere “Un Patto dei Tagli” e non l’aggiornamento del “Patto della Salute” siglato nel 2006, aggiornamento che dovrebbe partire da un a valutazione dei risultati ottenuti. Nel decreto sullo sviluppo invece il governo decide in modo unilaterale il finanziamento statale per l’anno 2010- 2011 alla sanità pubblica. Alla sanità è assegnato il compito di un risparmio sul tendenziale che dovrebbe ammontare a 2 miliardi di euro per il 2010 e 3miliardi di euro per il 2011. Questo senza tenere conto del fatto che il settore sanitario aveva gia contribuito al riequilibrio dei conti pubblici nel 2007 grazie ad una diminuzione del tasso d’incremento della spesa pari allo 0,9% e grazie alla riduzione del rapporto tra spesa sanitaria pubblica e pil che è passato dal 6,85% nel 2006 al 6,66% nel 2007.

Quando definimmo il «Patto per la Salute» partimmo dalla condivisione del fabbisogno in termini di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale e costruimmo una politica che cercava di coniugare l’equità con l’efficienza, il contenimento dei costi con la promozione della qualità delle prestazioni. Le cifre parlano da sole: il finanziamento statale del Servizio Sanitario Nazionale passò da 90 miliardi nel 2006 a 102,500 miliardi nel 2008.

Le risorse per investimenti destinate all’ammodernamento e per la messa in sicurezza degli ospedali da 17 a 23 miliardi di euro. A questo vanno aggiunte le risorse per il vaccino Papilloma Virus per prevenire il tumore alla cervice uterina, interventi per la salute delle donne, le «Case della Salute», la previsione d’indennizzo per danneggiati da emotrasfusioni, il potenziamento delle cure palliative e degli interventi per le cure di fine vita.
Nel decreto sullo sviluppo inoltre il Governo impone alle Regioni la riduzione dello standard dei posti letto, la riduzione stabile degli organici in sevizio e il conseguente ridimensionamento dei fondi per la contrattazione integrativa. Interviene anche sulle condizioni dei medici del Servizio Sanitario Nazionale attraverso una modifica del Decreto Legislativo 66/ 2003 in materia di organizzazione dell’ orario di lavoro, disponendo che al personale delle aree dirigenziale degli Enti e delle Aziende del Servizio Sanitario non si applichino i limiti dal citato decreto legislativo,relativi alla durata massima settimanale dell’orario di lavoro e alla durata minima dell’orario giornaliero, ledendo cosi il diritto di tutti i lavoratori nel recupero delle energie psicofisiche.

Ancora più grave è la visione delle Politiche Sociali. Il Fondo per le Politiche Sociali ottiene 300 milioni di euro per il solo 2009 e restano cancellati il Fondo per le Politiche di Integrazione degli immigrati e fino ad ora il fondo per il «Centro Nazionale per le Politiche dei Migranti e le Povertà». In nome della semplificazione delle procedure e dei minori costi delle imprese, si indeboliscono gli obblighi del datore di lavoro nell’assunzione delle persone disabili cosi come previsto dalla legge 68/99. In nome della lotta agli abusi e gli sprechi si predispone per il 2009 un piano straordinario di 200 mila accertamenti nei confronti di persone con invalidità civile da cui , il governo prevede un risparmio di 100 milioni annui, mettendo così in discussione il decreto da noi fatto lo scorso anno che prevede per le invalidità gravi l’esonero della ripetizione dell’accertamento dello stato di invalidità.

Poi ancora un’altra perfidia! I permessi previsti dall’articolo 33 della legge 104/92 a tutela delle persone con grave inabilità potranno essere usufruiti alternativamente soltanto in ore e non i giorni. Per non parlare della «Carta Sociale» per l’acquisto di beni alimentari e degli sconti sulle bollette della luce che al di la di qualsiasi considerazione di efficacia e di dignità della persona, può contare di una dotazione certa di soli 200 milioni di euro per il 2008. Ciò che colpisce è una visione della politica sociale come fatto residuale, affidato alla discrezionalità del potere pubblico e alla filantropia.