Il Blog di Livia Turco

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Month: Maggio, 2009

Cure palliative: cinico e irresponsabile scaricabarile di Fazio

28 Maggio, 2009 (12:02) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“Lo scarica barile del vice ministro Fazio sulle Regioni è ridicolo dal momento che gli ha tagliato 7 miliardi per i Livelli essenziali di assistenza, per il biennio 2010-2011, e 6 miliardi per l’ex art. 20 sull’ammodernamento e la messa in sicurezza degli ospedali”. Lo ha detto Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.“In un vero e proprio vortice di falsità – prosegue Turco - il vice ministro arriva addirittura a dire al Parlamento cosa deve fare quando lui, in più di tre mesi, non ha ancora fatto la relazione tecnica alla legge sulle cure palliative, prendendo così in giro il Parlamento e migliaia di malati. Stiamo parlando di un tema delicato su cui non ci immaginavamo tanto cinismo, irresponsabilità e disinvoltura da parte del governo”.
“La commissione Affari sociali – ricorda Turco - ha fatto un ottimo lavoro che si è concluso più di un mese fa arrivando ad un testo unificato che rappresenta un buon punto di partenza per la discussione in Aula. Adesso spetta al governo metterci i soldi e alla maggioranza garantire la discussione del provvedimento in Aula; ma temiamo che prevalga l’incompetenza del governo. Il viceministro Fazio è tenuto a dare garanzie sull’iter della legge e sappia che non ha a che fare con il ‘Bar Sport’ ma col Parlamento”.

Legge antidolore. La maggioranza si sfila

26 Maggio, 2009 (16:38) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“Il sottosegretario Fazio non ha saputo dire una parola sul futuro della legge sulle cure palliative, approvata più di un mese fa dalla commissione Affari sociali, che viene così rinviata sine die”. Lo dice Livia Turco, capogruppo del Pd in commissione Affari sociali della Camera, durante la discussione di una sua interrogazione su questa materia.
“Il rappresentante del governo non ha saputo dire una parola sulla mancata copertura della legge – prosegue Turco – che ha concluso l’iter in commissione Affari sociali più di un mese fa. Ha invece ribadito, con atteggiamento arrogante e irrispettoso per il Parlamento, che sono stati stanziati 100 milioni di euro senza neanche avere l’onesta di ammettere che sono i fondi stanziati dalla legge finanziaria del 2007, approvata dal centrosinistra. Dopo ciò, nient’altro. Per l’esecutivo, dunque, non è necessario nessun ulteriore finanziamento, come invece ha chiesto la commissione Bilancio. Da Fazio silenzio assoluto anche per la calendarizzazione del provvedimento. Adesso sappiamo che la legge sulle cure palliative si è persa nelle nebbie di un governo incompetente e di una maggioranza capace solo di riempirsi la bocca di impegni tanto roboanti quanto falsi. Come potranno adesso parlare di difesa della vita – ha concluso Turco - se non sono capaci di garantire fondi che rendano effettivamente operativa una legge che riduce la sofferenza per migliaia di malati?”.

Il testo dell’interrogazione di Turco e la risposta di Fazio

Cure palliative: Fazio si sbaglia

22 Maggio, 2009 (10:31) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“Le risorse a cui si riferisce il sottosegretario Fazio (che in risposta alle critiche della stessa Turco sulla mancata copertura del ddl sulle cure palliative aveva risposto sottolineando di aver stanziato 100 milioni di euro per un progetto di assistenza palliativa) sono soldi stanziati dal governo Prodi. Nella finanziaria 2007, infatti, il centrosinistra aveva portato il fondo sanitario nazionale per il triennio successivo da 90 a 102 miliardi. Se Fazio può disporre di quei 100 milioni, dunque, lo deve a quella finanziaria. Questo governo, invece, che dice di essere tanto regionalista ha tagliato 7 miliardi di euro per i Livelli essenziali di assistenza e non ha ancora varato il nuovo patto per la salute”.
Così Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, replica al sottosegretario alla Salute sulla mancata copertura della legge sulle cure palliative.

Turco, maggioranza affossa legge su cure palliative

21 Maggio, 2009 (15:19) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“La maggioranza e il governo fanno saltare la legge sulle cure palliative già in calendario per l’Aula, dopo che la commissione Affari sociali ha concluso da un mese l’esame del provvedimento”. Lo ha detto Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, commentando il rinvio della discussione della legge sull’accesso alle cure palliative e le terapie del dolore, prevista nel calendario dell’Aula di Montecitorio per lunedì 25 maggio. “E’ accaduto quello che avevamo previsto – prosegue Turco - e cioè che la maggioranza vuole fare una legge manifesto senza metterci un euro. La relazione tecnica della commissione Bilancio, stilata dall’on. Chiara Moroni, mette a nudo questa amara realtà: il progetto di legge non ha la copertura finanziaria e, per questo, non può proseguire l’iter. Sono necessarie risorse aggiuntive e non possono essere utilizzati fondi già previsti e impegnati per il fondo sanitario nazionale, come vorrebbero fare Fazio e Roccella. Dai due sottosegretari, con atteggiamento cinico e irresponsabile, in queste settimane è arrivata solo la promessa di risorse. Hanno assistito ai lavori della commissione assicurando finanziamenti senza però presentare la relazione tecnica, prendendo così in giro il Parlamento, e soprattutto i cittadini che hanno bisogno di cure palliative. Quando rilasciavano dichiarazioni, sapevano che non avrebbero potuto mantenere la promessa; hanno mentito sapendo di mentire e non facevano niente per garantire i fondi. Si assumano adesso la responsabilità di far saltare la legge e non vengano più a parlare di tutela
della vita. Si sono qualificati – conclude Turco - come campioni di cinismo, irresponsabilità e anche incapacità. Fazio e Roccella non sanno neppure come si fa una legge e una relazione tecnica”.

Turco a Berlusconi: sulla sanità non sa di cosa parla

21 Maggio, 2009 (12:35) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“Un altro disastro si annuncia: cancellare la sanità pubblica e il sistema sanitario italiano considerato tra i migliori del mondo”. Lo ha detto Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, commentando le parole di Silvio Berlusconi durante la inaugurazione del Policlinico San Donato a Milano (19 maggio).”È evidente - prosegue Turco - che il presidente del Consiglio non sa di cosa parla. Il suo è un manifesto tutto ideologico perché i problemi della sanità non si risolvono con più privato ma promuovendo l’efficienza, il merito, la professionalità e la medicina territoriale. È chiaro che il premier non sta dalla parte della salute dei cittadini ma da quella delle aziende che vogliono fare profitto sulla salute. Berlusconi farebbe bene a riflettere sui disastri della clinica Santa Rita accaduti non a caso in una struttura privata. Quando parla di inefficienza, poi, non dovrebbe fare riferimento soltanto al Sud dove ci sono anche esempi di eccellenza. Ma non ci sorprende - conclude l’esponente democratica -, poiché Berlusconi è il capo del governo che ha tagliato 7 miliardi ai Livelli essenziali di assistenza per gli anni 2010-2011 e 6 miliardi per l’ex art. 20 sull’ammodernamento e la messa in sicurezza degli ospedali”.

I paradossi del pacchetto sicurezza

8 Maggio, 2009 (13:02) | Post | Da: Livia Turco

Nato e venduto come una risposta seria e decisa contro la criminalità, il disegno di legge sulla sicurezza sta mostrando il suo vero obiettivo. Ridisegnare dalle fondamenta i diritti della persona, subordinandoli al possesso del permesso di soggiorno, trasformando così questo strumento di identificazione e regolarizzazione in un feticcio razzista e discriminatorio.
Una discriminazione palese laddove si vincola il possesso del permesso alla fruizione dei più elementari e vitali servizi pubblici, fino alle restrizioni inaccettabili al ricongiungimento familiare dei genitori naturali con i propri figli minori o al diritto di sposarsi se privi di un permesso in regola.
E tutto ciò in una realtà burocratica, come quella italiana, dove molti immigrati regolari e residenti in Italia da anni, attendono spesso anche fino a 24 mesi il rinnovo del loro permesso di soggiorno.
Chi vuole questa legge vuole imporre in Italia una cultura che non ci appartiene. Fatta di diffidenza, paura, discriminazione. Senza rendersi neanche conto dei paradossi che tale furore anti-immigrati rischia di provocare.
Il primo è il paradosso dei poveri che non hanno identità. Il ddl prevede che “l’iscrizione e la richiesta di variazione anagrafica sono subordinate alla verifica da parte dei competenti uffici comunali delle condizioni igienico sanitarie dell’immobile in cui il richiedente intende fissare la propria residenza ai sensi della vigente normativa sanitaria”. Secondo i dati Istat, una casa in cui vivere comodamente è ancora un miraggio per molti italiani: lo 0,7% delle famiglie italiane non ha i servizi igienici nell’abitazione, l’1,2% non ha una doccia o una vasca da bagno, l‘1,3% non ha l’acqua calda. Ebbene, secondo il ddl sicurezza, queste persone (circa 6/700 mila) rischiano di perdere il diritto ad avere un’identità e con essa gli si vuol far perdere anche il diritto a votare, ai servizi sanitari, alla tutela dei minori e ai servizi sociali.
Vi è poi il paradosso dell’immigrato per bene equiparato al criminale. Si manifesta con l’art. 21 del ddl che introduce il reato di immigrazione clandestina. L’aspetto più grave di questo articolo è che uniforma in un unico trattamento sanzionatorio le posizioni di chi è entrato clandestinamente e di chi, pur entrato regolarmente, si sia trattenuto in Italia più del consentito. Accomunando tutte le situazioni di soggiorno irregolare diverrà giuridicamente impossibile trattare in modo differenziato la badante che lavora onestamente alla quale sia scaduto il permesso di soggiorno da coloro che costituiscono un problema reale, perché criminali, per la sicurezza dei cittadini.
Vi è poi il paradosso della lotta alla clandestinità che genera clandestinità e società insicure. La legge contiene aggravanti per chi entra in modo clandestino basandosi quindi ancora una volta sull’assioma “più sanzioni-meno ingressi”, senza valutare come tale equazione abbia già fallito con la Bossi-Fini. Solo nell’ultimo anno gli sbarchi sono aumentati del 107%, mentre i rimpatri hanno riguardato solo il 36% degli immigrati irregolari.
Questi numeri ci dicono con chiarezza che la clandestinità si vince solo rendendo praticabile e conveniente l’ingresso regolare per lavoro e promuovendo politiche per l’integrazione. Al contrario, con questa legge, quello che prevale è la volontà di trasformare l’immigrato, di cui il nostro Paese ha un bisogno vitale, in un “ospite sgradito”. Tutto doveri e niente diritti.

Livia Turco

lettera-al-corriere-della-sera.pdf