Il Blog di Livia Turco

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Month: Luglio, 2009

Aborto: il valore della libertà di scelta

17 Luglio, 2009 (13:21) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“L’aborto è sempre un dramma e mai un diritto questo è ciò che hanno sempre detto e dicono le donne. Per questo, in nome della dignità femminile, non possiamo che combattere strenuamente tutte le politiche di controllo delle nascite imposte attraverso l’aborto. Non si possono fare politiche di contenimento delle nascite costringendo le donne ad abortire”.
Lo ha dichiarato Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali.
“Già la Conferenza del Cairo 1994 e la Conferenza di Pechino – prosegue la Turco - hanno indicato nel riconoscimento della libertà di scelta delle donne, nella tutela della salute e della maternità, la strada per una politica demografica equilibrata e rispettosa della dignità delle persone. La libertà di scelta delle donne è un valore universale ed indivisibile, deve valere in ogni parte del mondo. Per questo abbiamo posto nel dibattito parlamentare che si riconoscesse esplicitamente il valore della libertà di scelta e di procreazione e ci dispiace che il governo non lo abbia raccolto nel suo dispositivo. Così come abbiamo insistito su politiche di sviluppo che indirizzino attenzione e risorse alla salute materna ed infantile”.
“Ho apprezzato l’iniziativa dell’on. Buttiglione, il tono della sua argomentazione e che su sua iniziativa l’Udc abbia dimostrato attenzione per la nostra mozione, soprattutto sulla libertà di scelta. Dispiace, infine, che per un solo voto, parti significative della nostra mozione non siano state accolte”.

Biotestamento. Necessario nuovo testo

16 Luglio, 2009 (12:51) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“Accettiamo l’invito al dialogo sul testamento biologico più volte fatto dall’on. Di Virgilio in questi giorni. Per noi, la prima conseguenza di questa richiesta è iniziare un percorso di ascolto e approfondimento che porti alla stesura di un nuovo testo sul biotestamento”. Lo chiede Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.
“Chiediamo che la maggioranza – prosegue Turco – ci dica espressamente quale è il testo su cui inizieremo il dibattito oggi in commissione, su quale progetto di legge ci dovremo ascoltare e confrontare. Il relatore vuole riprendere il dibattito dal testo licenziato dal Senato? Da parte nostra, chiediamo di costruire un nuovo progetto di legge partendo dalle numerose proposte già depositate in commissione. Si passi, cioè, dal testo Calabrò, che trova malcontenti anche nella maggioranza, ad un nuovo testo Di Virgilio. Per arrivare a questo nuovo pdl è necessario iniziare quanto prima le audizioni di medici e malati. Così si fa in un sistema bicamerale, com’è quello italiano”.

Biotestamento. No al diktat di Sacconi

9 Luglio, 2009 (14:03) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“E’ inspiegabile l’improvvisa accelerazione data dal presidente Palumbo alla legge sul testamento biologico. Il Parlamento subisce così il diktat che Sacconi aveva lanciato dalle pagine di Avvenire per iniziare, in questa settimana, la discussione del testo licenziato dal Senato a marzo”. Lo dice Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.
“Pur di eseguire l’ordine del ministro del Welfare – prosegue Turco -, il presidente ha tenuto la commissione Affari sociali riunita fino alle nove e mezza di sera. Non si era mai visto niente di simile. Perché tanta fretta dal momento che il ddl giaceva in commissione da più di tre mesi? Perché iniziare di notte la discussione di un provvedimento che riguarda un tema importante e delicato? Per quale motivo la maggioranza ha tradito il patto di avviare il testamento biologico solo dopo l’approvazione del ddl sulle cure palliative che non è neanche in calendario per l’Aula nel mese di luglio? Hanno rinviato la discussione del ddl approvato al Senato a causa delle divisioni interne alla maggioranza tra chi la definisce una legge da Stato etico e chi vuole approvarla a tutti i costi; adesso, per motivi poco nobili, vanno a ripescare quel ddl. Tanto cinismo è sufficiente a farci dire un no chiaro e netto. Noi vogliamo una buona legge sulle dichiarazioni anticipate che parta dal documento approvato a grande maggioranza nel convegno degli ordini dei medici, tenutosi a Terni. La destra è riuscita a far approvare al Senato una pessima legge sul testamento biologico e porta avanti alla Camera una ‘legge ombra’ sulle cure palliative, priva di fondi e contenuti che concede al governo il potere, che ha già, di emanare un decreto su questa materia e fare una ricognizione delle strutture esistenti. L’obiettivo della maggioranza, dunque, non è fare una rete nazionale delle terapie del dolore e magari ampliarla migliorando le possibilità di cure per i cittadini, ma soltanto fare un censimento delle strutture esistenti. Ma a che serve ai cittadini il censimento dell’esistente?”.

Donne e politica. Un nuovo servilismo

9 Luglio, 2009 (11:37) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

Articolo di Livia Turco pubblicato da “Il Riformista”, il 9 luglio 2009

C’è stato un assordante silenzio delle donne, soprattutto di noi impegnate nella politica, attorno al caso Berlusconi, Noemi, D’Addario. Condivido quanto scritto da Claudia Mancina su questo giornale: non è una questione morale e “Berlusconi non è la fonte della corruzione della politica italiana ne è il più tipico fenomeno”.
In nome di un potere monocratico e discrezionale, il Presidente del Consiglio compra il corpo femminile e lo ripaga (non importa se per compensare una relazione sessuale o una semplice adulazione) attraverso una promozione politica.
L’essere rappresentanti nelle istituzioni diventa così merce di scambio all’interno di una relazione privata, con conseguenze potenti sull’ordine simbolico attinente allo stesso rapporto uomo-donna nella politica.
Non si tratta infatti solo dell’uso del corpo femminile, delle donne oggetto, del “sollazzo dell’imperatore”. Quanto accaduto va infatti ben al di là delle questioni di stile, di comportamento personale, di coerenza tra i manifesti politici e la vita privata. Il risultato più sconcertante sta proprio nell’aver inserito il ruolo delle donne in politica all’interno della relazione servile, di dipendenza dal leader, di una relazione incentrata sullo scambio e sui favori all’interno della sfera pubblica. E se sono favori sessuali è solo un dettaglio, una variante.
Tutto questo è umiliante. Anche perché non è stato stigmatizzato da nessun uomo e donna della politica come non conforme ai nostri principi costituzionali. C’e stata una critica al comportamento di Berlusconi attinente all’etica, ai doveri di coerenza e di trasparenza di un uomo politico. Ma nessuno ha sollevato lo stravolgimento della cultura democratica, dei principi costituzionali e della stessa carta dei diritti europea che prevedono il rispetto della dignità della persona e l’eguaglianza dei diritti e dei doveri nella sfera pubblica. Con il risultato che il comportamento del premier non ha neanche avuto delle conseguenze per quanto attiene la sua funzione politica di capo del Governo.
C’è poi un altro aspetto. Forse il più imbarazzante ed amaro. Le protagoniste delle diverse vicende non erano certo le vittime del patriarcato, come ha scritto acutamente Ida Dominjanni in uno dei suoi articoli. Sono state le complici consapevoli di una relazione servile, dalla quale hanno tratto, dal loro punto di vista, dei vantaggi.
Non è certo una novità l’uso del corpo per fare carriera o affermarsi nel lavoro e rompere questa pratica ha significato per le donne riscattarsi dalla propria miseria e dalla subalternità. Viene perciò da chiedersi se questo sistema sia ritornato in auge. E se questo uso consapevole del corpo a fini di affermazione sociale non costituisca una forma di rivoluzione passiva che assume, ma svuota di significato, il principio della libertà sessuale che la pratica femminista aveva posto a fondamento della rottura del patriarcato e della nuova identità femminile. Tanto da tradursi in una banalizzazione della libertà, un suo ridursi a libero scambio, a libero consumo.
Sono convinta che questo stravolgimento della libertà sessuale sia uno dei portati dei quindici anni del berlusconismo. Sia parte integrante di quella cultura del desiderio, dell’apparire, della bellezza come pura esteriorità, del consumo come realizzazione della felicità, del tempo che si esaurisce qui ed ora.
Ma in questo c’è anche una nostra responsabilità di donne. Quella di esserci fermate. Di non aver continuato a lavorare sulla concezione della libertà per esplicitarne il suo contenuto di responsabilità e di costruzione di una nuova relazione con l’altro. Di non avere elaborato una nuova educazione sentimentale. Di non aver superato la mistica della maternità con la fondazione di una nuova relazione tra i sessi. Di non aver elaborato e promosso una battaglia per la riforma della politica e delle istituzioni che mettesse finalmente al centro la promozione del merito.
Se lo avessimo fatto oggi saremmo più forti e più attrezzate per combattere la deriva nichilista e violenta della nostra società. Saremmo più attrezzate per combattere il berlusconismo sul piano su cui non è mai stato contrastato: quello simbolico e culturale. Se Veronica Lario e Patrizia D’Addario hanno messo in scacco l’uomo Berlusconi, le donne italiane, possono, a partire da se stesse, mettere in crisi il berlusconismo, proponendo una alternativa di valori, di relazioni umane e delle forme della politica.

Livia Turco

Prostituzione. Il ddl Carfagna è uno scempio

7 Luglio, 2009 (16:23) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“Il ddl Carfagna è uno scempio, perché voleva colpire la prostituzione in strada, cioé le donne sfruttate, e lasciare libero campo alla prostituzione nelle case. Con una battuta ora capiamo perché, visto l’altro scempio di Palazzo Grazioli che è diventato un luogo d’incontro per escort di lusso”. Lo ha detto Livia Turco (Pd) a margine di un convegno a Roma sul tema della prostituzione.
Le cronache su quanto accadrebbe a Palazzo Grazioli, secondo Turco, sono ” una vergogna inaudita. Come ha detto ieri mons. Crociata, non è una questione di comportamenti privati, ma una questione pubblica, perché costituisce una violazione della dignità della persona. Le immagini e le storie mai smentite del presidente del Consiglio - prosegue la parlamentare del Pd - sono un fatto politico, una violazione della Carta costituzionale e della dichiarazione europea dei diritti dell’uomo”. Parlando poi del ddl Carfagna sulla prostituzione, Livia Turco ha detto che ”per fortuna si è perso nei meandri
del Parlamento”. ”Credo che ne abbiano vergogna pure loro. La repressione non serve, bisogna applicare quella norma che dà il permesso di soggiorno a chi vuole uscire dalla tratta e che garantisce un percorso di inserimento. Servono servizi, un numero verde, risorse per il Comuni. Il ministro Carfagna - conclude Livia Turco - deve ascoltare le proposte che partono dalle associazioni”.

Bioetica. La politica ascolti i medici

7 Luglio, 2009 (16:16) | Interviste | Da: Livia Turco

Leggi l’intervista all’Unità di Livia Turco sul tema del testamento biologico.

intervista a l’Unità