Il Blog di Livia Turco

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Month: Dicembre, 2009

Nilde Iotti e l’eleganza della politica

3 Dicembre, 2009 (14:52) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

Di seguito l’articolo di Livia Turco apparso oggi sull’Unità

Cara Nilde,

sono ormai trascorsi dieci anni da quando ci hai lasciati ma sei sempre rimasta nel mio, nel nostro cuore e nei nostri pensieri. Sono stati anni difficili, di grandi cambiamenti,in cui noi abbiamo fatto la nostra parte, ma i grandi problemi dell’Italia restano irrisolti. Anni in cui le donne hanno continuato a creare se stesse,a sprigionare la forza che deriva da quel”io sono una donna”. Sono cresciute le opportunità ma anche le diseguaglianze di genere. E’ cambiata la politica ma è cambiata in peggio. Ha ridotto le sue ambizioni, si è anche involgarita. Questo colpisce in modo particolare le donne perché le usa come corpo muto all’interno di un inedito intreccio sesso-denaro-potere; continua a non vedere i loro talenti e le tiene ai margini. Per questo dobbiamo reagire e assumerci la responsabilità di pensare e fare una democrazia nuova. Tu ci illumini con la forza e la modernità della lezione che ci hai lasciato alla quale darei il titolo “l’eleganza della politica”. L’eleganza della politica contro la volgarità, il vuoto apparire, il degrado. Tu, cara Nilde, sei stata una donna elegante: nei tuoi abiti, nel tuo sorriso, nel tuo modo di porgerti agli altri e di parlare, nelle tue parole, nel tuo rigore ed anche nel tuo pudore. Ci hai insegnato “l’eleganza della politica” vissuta come esperienza umana autentica e profonda. In cui si mescolano l’umiltà dell’ascolto e la sfida della innovazione; la disponibilità umana e l’apertura verso gli altri. L’eleganza della politica scolpita nell’impegno individuale e nella dedizione al bene comune. Per questo tu, donna delle istituzioni, sapevi arrivare al cuore delle persone, come hanno testimoniato le migliaia che sono accorse per darti l’ultimo saluto. La tua politica elegante si traduceva in una visione della democrazia capace di rispettare le persone e di risolvere i loro problemi; di coniugare la rappresentanza del paese con il suo efficace governo. Rileggendo i tuoi discorsi parlamentari colpisce un tratto della tua modernità là dove tu, donna della Costituente, madre della Repubblica, indicavi con veemenza l’urgenza della riforma delle istituzioni per renderle più efficienti e più rappresentative. Dobbiamo raccogliere la tua eredità. Promuovere l’eleganza della politica oggi significa pensare e praticare la democrazia del merito e della competenza per consentire ad essa di tornare ad essere inclusiva ed accessibile a tutti, in particolare alle donne. Il tuo esempio ci ha dato la forza di osare e di buttarci in un progetto grande che prende il suo avvio oggi, nello studio del notaio prof. Mariconda, dove alcuni di noi con tua figlia Marisa, firmeranno l’atto di nascita del ”Comitato per la costituzione della fondazione Nilde Iotti”. Una fondazione di cultura e politica delle donne a te dedicata nasce per dare un contributo alla promozione di una etica pubblica nutrita dei valori del rispetto, della dignità umana e della giustizia sociale. Nasce per offrire un luogo alla elaborazione di un pensiero comune sulla storia delle donne nel nostro paese, sulla democrazia e la rappresentanza di genere, sulle riforme istituzionali, sulle grandi questioni del nostro tempo che interpellano la responsabilità e la capacità di governo delle donne. Una fondazione di cultura e politica che coinvolga e promuova i talenti delle giovani donne; che, ricordando il tuo grande impegno per costruire le istituzioni europee, promuova il sentimento della cittadinanza europea; che costruisca un legame tra passato e futuro; che faccia emergere i talenti delle donne perché diventino finalmente parte integrante della classe dirigente del nostro paese. Una fondazione non è che un frammento, un pezzo, un’opportunità ma può essere molto utile al nostro paese. Tanto più adesso che, come ha ben evidenziato il dibattito che si è svolto su questo giornale, bisogna togliere il silenziatore che nel nostro paese è calato su ciò che le donne dicono, pensano e fanno. Coinvolgeremo le personalità più importanti del paese, attraverso una presidenza onoraria, e andremo in giro per l’Italia a raccogliere i fondi necessari per costruire e far vivere la fondazione e per scoprire competenze e talenti femminili che coinvolgeremo in un comitato scientifico. Vogliamo che la costruzione della fondazione a te dedicata sia un esempio concreto della politica pulita e popolare di cui ha bisogno l’Italia.
Cara Nilde, nel congedarmi da te lasciami raccontare alcune immagini che porto nel cuore. Sono le immagini del tuo sguardo accogliente e materno con cui mi sostenesti nella riunione della direzione nazionale del Pci, autorevole e maschile, quando giovane e sconosciuta 30enne feci discutere e approvare a quel cossesso la Carta delle donne che aveva per titolo “dalle donne la forza delle donne” e quando, insieme ad Anna Finocchiaro, fummo le donne della prima volta della sinistra al governo del paese. Arrivavo in parlamento trafelata, stavo dall’altra parte, quella del banco del governo e dovevo far votare dall’aula le nostre legge. Là, dal tuo scranno di semplice deputata, con il tuo sguardo vigile, orgoglioso e materno mi trasmettevi tanto coraggio e tanta forza. Con quello sguardo nel cuore e la forza del tuo esempio vorrei, vorremmo, dare forza e fiducia alle nostre figlie, a queste giovani donne che dovranno costruire un’Italia migliore.

Livia Turco 

l’articolo su l’Unità

RU 486: Aifa ineccepibile, basta forzature di Sacconi

3 Dicembre, 2009 (14:50) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

“La presa di posizione dell’Aifa, anche oggi, è ineccepibile. Stabilire le modalità di assistenza ospedaliera non compete infatti all’Agenzia del farmaco. Mi auguro che il ministro Sacconi adesso non faccia ulteriori forzature e rispetti la deontologia medica, la salute delle donne e i corretti rapporti con le Regioni”. Lo ha detto Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.

Turco a Bondi: una legge per la libertà religiosa

1 Dicembre, 2009 (15:48) | Lettere aperte | Da: Livia Turco

Turco: “L’esito del referendum in Svizzera contro un simbolo pacifico come i minareti, espressione più autentica di una grande religione di pace come l’Islam, non può che preoccupare e farci riflettere”.

Da qui la necessità di riprendere il lavoro iniziato nella scorsa legislatura, che aveva visto impegnato anche l’attuale Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, per una legge che assicuri la libertà religiosa nel nostro Paese.

Di seguito la lettera inviata oggi da Livia Turco al Ministro Sandro Bondi per sollecitare un impegno comune.

Gentile ministro Bondi,
mi rivolgo a Lei in questo momento di scontro su un tema cruciale come quello del diritto a vivere la propria religione. Mi rivolgo a Lei per l’incarico che ricopre nell’attuale governo ma anche per il suo impegno nella precedente legislatura per dotare il nostro paese di una legge sulla libertà religiosa in applicazione della Costituzione.
L’esito del referendum in Svizzera contro un simbolo pacifico come i minareti, espressione più autentica di una grande religione di pace come l’Islam, non può che preoccupare e farci riflettere. Proprio perché la volontà dei cittadini deve essere tenuta in considerazione come da Lei affermato. L’Italia, paese con una profonda tradizione religiosa, conosce bene il valore del sentimento religioso e l’importanza di poterlo esprimere e celebrare in conformità della legge. Gli articoli 8 e 19 della Costituzione esprimono in modo limpido il valore della religione come parte integrante della dignità e libertà delle persone e del suo diritto ad essere celebrato. L’Italia, paese a prevalenza cattolica, sta diventando multi religiosa e la seconda religione italiana è proprio l’Islam. Per un paese civile, che voglia garantire a tutti sicurezza e prosperità, è fondamentale consentire anche ai cittadini di religione islamica di professare la propria fede, di farlo in un quadro di regole certe, coerenti con la nostra Costituzione. Come ebbe a dire il presidente Sarkoszy “a essere pericolosi non sono i minareti, sono i seminterrati o i garage che contengono occulti luoghi di preghiera”. Confinare la religione islamica nei garage o negli scantinati non è dignitoso per quella religione ed è motivo di insicurezza per tutti. Questa materia non può essere regolata solo dalle singole iniziative dei Comuni e deve essere sottratta alla propaganda politica e allo scontro ideologico. Per questo sarebbe molto importante che Lei si facesse promotore nel suo governo e nella sua maggioranza di un’iniziativa per mettere all’ordine del giorno e finalmente approvare una legge sulla libertà religiosa. Iter che era iniziato da parecchie legislature e che era pervenuto alla definizione di un testo condiviso. Perché non ripartire proprio da quel testo? Sarei molto contenta di avere una sua opinione in merito dato il rilievo del tema. Il dialogo tra le religioni è un nutrimento prezioso per la convivenza pacifica e per la crescita umana delle nostre società. La politica deve fare di tutto per favorirlo.

 Livia Turco