Il Blog di Livia Turco

www.liviaturco.it



Month: Settembre, 2013

Legge 194. Serve “Intesa Stato Regioni” per rilanciarla

16 Settembre, 2013 (16:14) | Articoli pubblicati | Da: Redazione

La relazione al Parlamento sull’applicazione della legge 194 relativa alla tutela sociale della maternità ed alla interruzione volontaria della gravidanza conferma le tendenze ed i dati dell’ultimo periodo: la riduzione costante del ricorso all’aborto, la presenza di donne immigrate tra quelle che vi ricorrono, l’elevato numero di medici obiettori.

La costante riduzione del ricorso all’aborto non deve distogliere dalla  priorità di politiche di prevenzione con un forte investimento sui consultori, l’attenzione ai giovani e l’adozione di politiche mirate nei confronti delle donne immigrate. In particolare bisogna promuovere la formazione degli operatori socio-sanitari secondo approcci interculturali, rendere fruibili ed accessibili i servizi, coinvolgere attivamente le donne valorizzando in particolare l’associazionismo.

Il nodo cruciale dell’applicazione della legge resta quello dell’elevato numero di medici obiettori. Sono convinta che sia necessario affrontare di petto la questione aprendo una interlocuzione schietta con i medici e gli infermieri per comprendere le ragioni di questa massiccia obiezione che credo non sia spiegabile né solo con le ragioni di coscienza né come manifestazione di atteggiamenti opportunistici. Il compito del Governo e delle Regioni è quello di applicare la legge e dunque ricercare un equilibrio tra il dovere di tutelare la salute delle donne con il diritto all’obiezione.

Credo che questo equilibrio possa essere ricercato sul piano della organizzazione dei servizi e sul rispetto della dignità e della professionalità di chi pratica l’intervento abortivo. Per questo credo sarebbe auspicabile un’Intesa Stato-Regioni per realizzare un migliore applicazione della 194, che potenzi le politiche di prevenzione, quelle relative ai consultori, regolamenti l’obiezione di coscienza. Le scelte auspicabili, tenendo conto dell’esperienza e delle buone pratiche sul territorio a mio avviso sono:
1)Rendere conveniente l’uso dei consultori famigliari;
2) Prevedere almeno un medico non obiettore per ogni Distretto;
3)Prevedere  misure che non penalizzino  la professionalità dei medici non obiettori.

In particolare bisogna investire sui consultori, rendere conveniente l’uso di questi servizi. Una convenienza potrebbe consistere nel fare sì che i consultori, messi in rete con gli altri servizi di 2 e 3 livello, possano prenotare la donna sia per gli accertamenti necessari all’intervento abortivo sia per l’intervento stesso presso l’ospedale, senza lunghe fila di attesa.

E’stato dimostrato che agendo in tal modo le donne ritornano al Consultorio per la visita di controllo post interruzione volontaria di gravidanza e per le informazioni sulla contraccezione. Per questo è fondamentale  pubblicizzare da parte delle Asl le sedi e gli  orari dei servizi consultoriali e dei servizi ospedalieri ove si effettuano le interruzioni volontarie di gravidanza,anche nei territori limitrofi.

E’ inoltre necessario garantire un congruo orario di apertura dei servizi consultoriali prevedendo anche l’accoglienza senza appuntamento, con carattere di precedenza, per alcune richieste come: contraccezione d’emergenza ,inserimento di IUD, richiesta di certificazione urgente per interruzione volontaria di gravidanza.

Sono convinta che la realizzazione di queste misure renderebbero più umana ed efficace la legge 194. Che si rivela, con il passare degli anni, essere una legge saggia e lungimirante.

Livia Turco

(Leggi l’articolo su Quotidiano Sanità)

Partito e Governo non “sono” la stessa cosa

14 Settembre, 2013 (17:24) | Articoli pubblicati | Da: Redazione

di Livia Turco, da L’Unità del 14 settembre 2013

Bisogna riscoprire la distinzione tra partito e governo. La forma che assume il rapporto tra partito e governo è un tratto distintivo della democrazia e del sistema politico. Dunque è un tema cruciale. Non a caso è il più rilevante del dibattito congressuale del PD e costituisce una delle differenze  radicali che contraddistinguono i programmi dei candidati.(Anche se fino ad ora abbiamo potuto leggere solo un impegnativo ed innovativo contributo  di Gianni Cuperlo e prima di Fabrizio Barca).

Il direttore di questo giornale ha scritto martedì 10 scorso considerazioni che condivido pienamente. Non c’è alternativa reale al partito personale, alla politica ridotta al mito del capo e al puro apparire se non si reinventa una politica popolare, con dei partiti che promuovono e valorizzano  la partecipazione attiva dei cittadini.La cittadinanza  competente. Ciò è essenziale anche per rendere efficace l’azione del governo. Si possono fare le riforme più belle e radicali ma se queste non sono vissute  e condivise dalle persone restano incomprese, lontane, inefficaci.

Il tema del riformismo dall’alto e del riformismo senza popolo,  che fu uno dei limiti della stagione dei governi dell’Ulivo,  non può essere dimenticato.La partecipazione popolare è fondamentale per fare le riforme e rendere efficaci anche perché cambiare vuol dire scontrarsi con interessi, sentimenti  e bisogna incidere su di essi per modificarli. Penso alla durezza del governo dell’immigrazione e quanto pesò, nel momento in cui si avviava una grande riforma, nel pieno di un attacco furibondo del centrodestra ed in un clima culturale ostile nella società, la mancanza di una politica popolare che li contrastasse.La reinvenzione e la messa in moto di una politica popolare da parte dei partiti politici è l’altra faccia della reinvenzione di un nuovo modello di sviluppo e di crescita.

Come ci  insegna la storia,lo sviluppo economico dopo le guerre e dopo le fasi di crisi è potuto avvenire anche facendo leva su l sentimento di fiducia dei cittadini promuovendo la loro partecipazione ed il loro spirito attivo ed imprenditivo. Dunque non è una forzatura affermare che la reinvenzione di una politica popolare che attivi la creativita’delle persone è un ingrediente cruciale per promuovere un nuovo modello di sviluppo. Una politica popolare va reinventata nelle sue forme e modalità rispetto  al passato ma i requisiti e le risorse sono obiettive: la capacità di creare comunità, legami di solidarietà, promuovere e valorizzare le competenze,offrire occasioni formative, promuovere l’esercizio della decisione su tutte le questioni  più rilevanti del paese.

Una politica che si metta a servizio dei cittadini. Che  sia utile,che risolva qui ed ora i problemi delle persone, che sappia condividere i loro problemi e trasmetta il calore delle relazioni umane. C’è un aspetto di cui si parla poco e che invece e’l'anima della democrazia. La capacità di coinvolgere attivamente nella politica chi nella società  è debole e fragile, chi è escluso dai circuiti del potere. Lo dicono ormai tanti studi e ricerche: chi è istruito, ha un reddito medio alto, è inserito in una rete di rapporti, ha più facilità di avvicinarsi alla sfera pubblica mentre a scoraggiare i cittadini è una politica lontana dalla quotidianità.

Il distacco dalla politica lo vivono in particolare quelli che sentono di non poter influire su di essa.
C’è una configurazione piramidale della partecipazione politica che corrisponde alla configurazione sociale. Torna più che mai cruciale il rapporto tra eguaglianza e democrazia; la capacità della democrazia di essere inclusiva. Un partito ed una politica popolare devono scrupolosamente realizzare l’articolo 3 della nostra Costituzione che al suo secondo comma recita: “E’compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effetto a partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,economica e sociale del Paese.”

Un partito che persegue questo obiettivo deve avere un segretario ed un gruppo dirigente che dedica ad esso tutto il suo tempo, il suo pensiero,le sue energie.

Livia Turco

Scuola. Bene estensione permesso soggiorno stranieri

10 Settembre, 2013 (14:28) | Dichiarazioni | Da: Redazione

Il decreto sulla scuola approvato ieri dal Consiglio dei ministri rappresenta certamente una buona notizia per il nostro sistema scolastico ed universitario, dopo anni di tagli drammatici e indiscriminati.

Tra le tante misure contenute nel testo, vorrei sottolineare l’importanza dell’estensione della durata del permesso di soggiorno per gli studenti stranieri che frequentano l’università o un corso di formazione. Essi infatti non dovranno più rinnovare il documento ogni anno, ma avranno un permesso di soggiorno valido per tutta la durata del percorso formativo.

Sembra un particolare di poco conto, e invece è una novità che cambierà molto nella vita di quei giovani. Farà risparmiare tempo e fatica, farà risparmiare denaro e ridurrà i costi burocratici. Inoltre, è una norma che rafforza il senso e il sentimento della cittadinanza e che dà più valore alla scuola e allo studio.

Livia Turco

Tra Letta e Renzi, moriremo democristiani?

6 Settembre, 2013 (13:03) | Articoli pubblicati | Da: Redazione

Tra i gazebo della festa del Pd a Genova per sentire il polso della base dei volontari e dei politici al nuovo che avanza: Renzi. L’ex segretario Pierluigi Bersani accolto con affetto. Livia Turco battagliera per evitare «la deriva del Pd»

Il video di Corriere.it