di Livia Turco, da l’Unità del 12 marzo 2014
Quella della democrazia paritaria è una questione di qualità e forza della democrazia. Infatti, la presenza paritaria di donne e uomini misura la democrazia nella sua capacità di essere inclusiva, di costruire un legame autentico con la vita delle persone e dunque di essere efficace nel governo del Paese.
Altroché poltrone delle deputate……Alle quali va la gratitudine di essersi impegnate con generosità e intelligenza in una riforma vitale per il Paese, rispettando cosi il patto con tante donne che si sono mobilitate attivamente in una battaglia che ha una storia ormai ventennale. Una battaglia per fortuna condivisa da tanti uomini. Per questo il voto di giovedì costituisce un pesante arretramento, tanto più grave ed incomprensibile perché avviene in una congiuntura politica che ha l’ambizione di riformare il sistema politico.
Quella della democrazia paritaria è infatti una fondamentale riforma del sistema politico , è un aspetto qualificante dell’assetto democratico nel suo insieme.
Ciò’che oltre vent’anni di battaglie , mobilitazioni, riflessioni, evoluzione del pensiero giuridico, esperienze concrete hanno confermato e’proprio questo:la democrazia paritaria o diventa di tutte le forze politiche,diventa il tratto distintivo del sistema politico o resta inefficace. Non può essere la bandiera di un solo partito. Che deve fare la sua parte,essere di traino ed esempio,come e’stato ed ha fatto il PD! Che, proprio per questo non doveva rinunciare a porre tale riforma al centro del negoziato con le altre forze politiche nel momento in cui si affrontano le riforme complessive del sistema , per fare di essa un tratto distintivo della modernizzazione da realizzare finalmente in modo compiuto.
L ‘affermazione del premier e segretario del PD Matteo Renzi,secondo cui il suo partito continuerà a farsi carico della rappresentanza di genere contiene in realtà’ un equivoco ed offusca il salto di qualità’che l’intero sistema politico deve realizzare.
L’equivoco è che nel PD la democrazia paritaria sia garantita dalla coerenza del Leader quando invece essa,per merito prima di tutto delle donne,e’diventata parte integrante del suo Statuto,delle sue regole e della cultura politica del partito.
Come ho prima accennato quella della democrazia paritaria e’una battaglia che ha una lunga storia di iniziative parlamentari,di battaglie sociali,di evoluzione del pensiero giuridico. Essa ebbe un inizio importante nel 1987 quando le donne del PCI sulla base di un progetto politico che aveva come parola d’ordine “dalle donne la forza delle donne” convinsero il loro partito e l’elettorato femminile e portarono in Parlamento alla Camera un numero di donne che costituivano il 30%del loro gruppo politico. Si resero subito consapevoli che quella loro forza da sola non avrebbe potuto realizzare il cambiamento sperato e necessario alla società Italiana.
Abbandonarono il legittimo orgoglio e costruirono un alleanza con le donne degli altri partiti affinché il riequilibrio della rappresentanza diventasse un progetto di tutte le donne e di tutte le forze politiche. Da questa scelta scaturirono nel 1993 le riforme legislative contenenti le prime norme antidiscriminatorie. Cui seguirono le sentenze della Corte Costituzionale che ne annullò i dispositivi innovativi. La reazione fu una mobilitazione sociale e culturale ancora più intensa all’insegna del patto tra donne. Fino ad arrivare nel 2003 alla riforma costituzionale relativa all’articolo 51 che afferma “la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”.
Tale riforma ha consentito gli interventi legislativi successivi tra cui il più significativa è la legge n.215 /2012 che consente nei consigli comunali l’espressione della doppia preferenza con l’indicazione di un uomo e di una donna. Legge che sta dando buoni risultati.
Le regole da sole non bastano. C’è bisogno di progetti politici,di pratica politica.
Le regole tuttavia sono essenziali e devono essere capaci di costruire per tutti e tutte una casa solida ed accogliente.
Livia Turco