Il Blog di Livia Turco

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Month: Novembre, 2017

Il sorriso di Giglia

16 Novembre, 2017 (13:01) | Articoli pubblicati | Da: Redazione

E’il titolo del convegno organizzato dalla Fondazione Nilde Iotti a lei dedicato giovedì 16 novembre a Roma.Giglia e’stata per me e per tantissime donne una Madre politica ed una compagna speciale.L’ascoltai e l’incontrai per la prima volta ad un corso di formazione alle Frattocchie nel luglio del 1976 e rimasi colpita dalla sua simpatia umana ,dalla freschezza del suo pensiero,dal suo atteggiamento di apertura e di curiosità  verso gli altri e le altre.

Donna di dialogo, per tutta la sua vita e’stata dirigente e militante del suo partito , dirigente e militante del movimento delle donne.Partecipava sempre alle nostre riunioni e ci sollecitava  ad essere concrete ed a guardare al futuro.Ci insegnava ad avere sempre un legame con le persone.Aveva sostenuto con grande forza la Carta delle donne “dalle donne la forza delle donne” e la politica dei tempi di vita e di lavoro perche ritrovava in esse una radice importante per cambiare la vita delle donne e rendere più umana la società.

E’stata protagonista di riforme importanti come la legge sulle adozioni, il diritto di famiglia, la legge 194 per la tutela della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza di cui fu relatrice.

Giglia apparteneva ad una famiglia illustre ,il nonno era Ministro liberale giolittiano, Francesco Tedesco;il padre Ettore fu un deputato  liberale che scelse l’Aventino prima dell’avvento del fascismo. Lei cattolica,comunista,moglie di Tatò si iscrisse nel 1945 all’Unione Donne Italiane, nel 1946 al PCI.Fece parte della Presidenza Nazionale dell’Udi dal 1957 al 1972.E’stata senatrice dal 1968 al 1994  Vice presidente del Senato nella nona legislatura.

Nel 1989 l’anno della svolta di Occhetto, di cui fu convinta sostenitrice ,era presidente della commissione di garanzia del partito e diresse i lavori di quel difficile e cruciale congresso,compreso quello di Rimini in cui si consumo ‘ la scissione di Rifondazione Comunista e mancarono  i voti per eleggere Occhetto segretario del partito.Il suo equilibrio,il suo rigore la sua umanità furono doti preziose per reggere quel passaggio così importante e così delicato.Fu un innovatrice.A favore della svolta fu una appassionata sostenitrice della nascita del PD.

La sua passione erano le persone e per lei la politica era stare con le persone ed essere utile al bene comune.Lo ricordano bene le lavoratrici della Lebole di Arezzo o le compagne ed i compagni di Roma  sempre disponibile a partecipare alle riunioni delle sezioni.Cercavi Giglia e lei era sempre disponibile.

Oltre alle grandi riforme ciò che di prezioso ci lascia in dote e’proprio questa concezione e pratica della politica:con le persone per le persone..Insegnamento quanto mai  utile in questo momento.

Nel suo libro scritto con  Anna Maria Rivello dice di se’:”Ho imparato tre cose dalla vita.Dal PCI ho imparato che il “noi” e’piu’ importante dell’io.Da mio marito ho imparato che bisogna guardare al futuro,alle cose che bisogna fare.Dal movimento delle donne che bisogna sempre partire dalla propria esperienza.Che e’una risorsa insostituibile”.

Grazie carissima compagna Giglia.Ti portiamo nel cuore e nei nostri pensieri.

Livia Turco

(tratto da Striscia Rossa)

Giglia Tedesco, a San Macuto convegno a 10 anni dalla morte

12 Novembre, 2017 (14:06) | Post | Da: Redazione

Saranno le testimonianze di D’Alema, Veltroni, Salvato, Chiaromonte e tanti altri politici a ricordare Giglia Tedesco a dieci anni dalla morte in un convegno, organizzato dalla Fondazione ‘Nilde Iotti’ a San Macuto il 16 novembre prossimo. 

Giglia Tedesco apparteneva ad un’illustre famiglia, il nonno era il Ministro Liberale giolittiano Francesco Tedesco; il padre Ettore Tedesco fu un deputato liberale, che scelse l’Aventino, prima dell’avvento del fascismo.

Lei, cattolica comunista, moglie di Antonio Tatò, ha vissuto la sua vita tra l’impegno sociale e quello politico-istituzionale. Era entrata a far parte dell’Unione Donne Italiane nel 1945. Dal 1959 al 1973 aveva fatto parte della presidenza nazionale.

Si era poi iscritta al Partito Comunista Italiano nel 1946. Nel 1960 entra nel comitato centrale del partito, nel 1984 nella Direzione. È stata senatrice dal 1968 al 1994 e Vice Presidente del Senato nella IX Legislatura.

Ha fatto parte della Commissione Giustizia e della Commissione per la riforma del diritto di famiglia. È stata relatrice della legge sull’aborto, la 194. Nel libro ‘Ho imparato tre cose. Conversazioni con Giglia Tedesco’ raccontò che, appunto, erano tre le cose che la vita le aveva insegnato: “Dal Pci ho imparato che il noi è più importante dell’io”.

“Da mio marito ho imparato che bisogna guardare al futuro, alle cose che bisogna fare”. “Dal movimento delle donne, che bisogna sempre partire dalla propria esperienza. Che è una risorsa insostituibile”.

Ad aprire il convegno ‘il sorriso di Giglia Tedesco’, il 16 novembre alle 16.30 nella sala Refettorio di palazzo San Macuto, sarà la vice presidente della Camera Marina Sereni. A presiedere i lavori sarà Livia Turco, presidente della Fondazione ‘Nilde Iotti’. (Ansa)

Le donne nella Rivoluzione d’Ottobre

6 Novembre, 2017 (13:21) | Articoli pubblicati | Da: Redazione

Nella Rivoluzione d’Ottobre  spiccano alcune personalità femminili che hanno inciso sulle scelte della Rivoluzione medesima e di quelle successive e che hanno avviato la lunga battaglia dell’emancipazione femminile in quella parte del mondo ottenendo risultati concreti .Si tratta  di Nadja KRUPSKAJA , Alexandra KOLLONTAJ e di Inessa  ARMAND. La biografia, il pensiero e l’azione di queste tre donne, molto diverse tra loro mettono  in risalto alcuni tratti comuni: figlie della borghesia russa si convertono alla causa della rivoluzione  passando attraverso la militanza nei gruppi che prepararono la rivoluzione medesima, si dedicano con intensità agli studi, fanno esperienza dell’esilio e  dell’emigrazione nei diversi paesi europei . Sono consigliere autorevoli dei loro leader   ed al contempo  danno prova di grande autonomia di pensiero e di vita. Ricoprono ruoli importanti negli organismi  dirigenti del partito. 

Si dedicano con  grande tenacia e passione alla causa dell’emancipazione femminile  costruendo  legami  forti con le donne della loro terra. Nadja  KRUPSKAJA nasce a Pietroburgo nel 1869 , in una famiglia nobile che si era  impoverita nel corso del  tempo, il padre era laureato in Legge  all’Accademia Militare ed aveva fatto parte del Comitato degli Ufficiali Russi in Polonia, una organizzazione democratica anti zarista che sostenne l’insurrezione polacca del 1863.Nadja imaprò da piccola in famiglia a simpatizzare per i rivoluzionari .  Si laurea in Pedagogia e si iscrive  ad un Circolo Socialdemocratico clandestino.

Si dedica all’insegnamento .Tra queste esperienze quella che lei indica come la più significativa è la scuola serale domenicale  di un quartiere di Pietroburgo  frequentato da 600 operai. “ La scuola domenicale offriva allora ottime possibilità per studiare esaurientemente la vita, le condizioni di lavoro, lo stato d’animo delle masse operaie”. Incontrò Lenin nel 1894 in una riunione clandestina a Pietroburgo  con il quale condivise la deportazione, l’esilio, l’emigrazione in diversi paesi europei, lo studio ed anche l’amore. Si sposarono e rimasero legati per tutta la vita nonostante  il cuore di Lenin sia stato attratto, come vedremo successivamente, dalla passione per un’altra donna. Nadja svolse accanto a Lenin il lavoro di segretaria del Comitato Centrale del partito .

Nel 1917 scrisse  e pubblicò un libro che ebbe una larga risonanza “ Istruzione  popolare  e  democrazia ”. La scuola, la formazione delle masse  popolari  fu  la sua missione.  Nella scuola ed attraverso la formazione  bisognava formare “ l’uomo nuovo “  proposto da  Carlo Marx.  L’attività formativa cominciava dai  bambini e dagli adolescenti .Per questo fu inventata l’Organizzazione dei Pionieri  che raggruppava  i bambini dai 9 ai 14 anni ed il Komsomol , l’Unione Comunista  Leninista della gioventù  pansovietica. Il progetto educativo puntava alla costruzione  di una “cultura generale politecnica”  che si proponeva di integrare il lavoro intellettuale ed il lavoro manuale produttivo. Bisognava superare la divisione tra teoria e prassi ,scienza, tecnica e cultura proposte dalla pedagogia nei paesi capitalistici  funzionale alla divisione in classi della società.

Nel 1937 il Piano Didattico fu modificato spostando il rapporto  a favore dello studio e dell’istruzione   non direttamente indirizzate  alla professionalizzazione   rendendo  così  più equilibrato l’impianto formativo. Sempre nel 1937  la KRUPSKAJA elabora  lo “ Statuto del Giardino d’infanzia” in cui  era prevista “la necessità, anche per l’attività prescolastica,  dell’educazione sociale perché il gioco e tutte le altre attività sviluppino nel bambino il senso del collettivismo , li abituino ad agire in modo organizzato , a rispettare le regole interne”. Fu membro del Comitato Centrale del partito  e membro del Presidium del Soviet Supremo.

L’attentato a Lenin da parte  della terrorista Kaplan cadde come un fulmine a ciel sereno. Nadja cercò coraggiosamente di aiutare il marito a superare il difficile momento. Il mattino lo dedicava a lui   donandogli la  lettura dei giornali e delle riviste, di racconti e poesie. Lo invogliava a scrivere con la mano sinistra. Fu una compagna affettuosa e totalmente dedita al marito. Dopo la sua morte, avvenuta il 21 gennaio 1924 , Nadja, ebbe il coraggio di pronunciare  il discorso funebre in suo onore  davanti al Congresso del Soviet. Fu una rivoluzionaria tutta d’un pezzo anche nella straordinaria capacità di tenere nel segreto del suo cuore la conoscenza del legame d’amore che per un po’ di tempo aveva legato il marito ad Inessa Armand, compagna autorevole con la quale  collaborava nella vita politica. Questo aspetto rivela non solo un tratto della personalità di Nadja ma anche della cultura comunista che non consentiva che si mettessero in discussione i legami famigliari.

La personalità più conosciuta e che maggiormente ha inciso  sul femminismo anche in  Europa è Alexandra Kollontaj. Nata a Pietroburgo nel 1872 ,figlia di un generale, studiò in Svizzera dove nel 1890 aderì al Movimento Socialista. Si accostò ai Menscevichi nel 1906 per poi passare ai Bolscevichi nel 1915,emigrata in Europa e negli Usa tornò in Russia dopo la rivoluzione d i febbraio.

Nel 1921 militò nella opposizione Operaia ,critica verso il Governo Bolscevico e nel 1923 passò al Servizio Diplomatico , rappresentò l’Urss a Oslo ed in Messico, poi a Stoccolma. Morì a Mosca nel 1952.La Kollontaj  fu una personalità complessa dotata di un pensiero originale. Guardava  alla donna  nella sua complessità , alla “donna in quanto essere umano”, che  deve essere capace di indipendenza intellettuale  e sessuale. Sosteneva che le donne dovessero puntare  all ‘ indipendenza economica, alla autonomia culturale ed alla  libertà sessuale.  Fu teorica del libero amore e della libertà sessuale convinta che data la struttura gerarchica e patriarcale esistente, la vita famigliare e coniugale per le donne fosse una forma di  sottomissione o quanto meno di riduzione della libertà personale.

Nel 1913 a Londra scrive un libro  “Maternità e società” in cui sosteneva la necessità che la società deve prendersi cura dei figli. “ Durante il periodo della gravidanza la madre deve ricordarsi che non appartiene  a se stessa ma che sta lavorando per la collettività perché con il suo sangue  produce una nuova unità lavoratrice”. Nel 1917, quando torna a Mosca dopo la caduta dello zarismo  fu la prima donna eletta al Comitato Esecutivo del Soviet di Pietrogrado.  Costruì un rapporto di grande collaborazione e di schietto confronto con   Lenin  di cui aveva approvato  le Tesi di Aprile . Eletta nel Comitato Centrale, fu nominata Ministra all’Assistenza Sociale. Durante il suo breve mandato Ministeriale adottò provvedimenti importanti, decretò la distribuzione ai contadini delle terre appartenenti ai Monasteri, istituì gli  asili nido, l’assistenza alla maternità.

Con il suo impegno le donne sovietiche ottennero il diritto al lavoro ed al salario eguale, il diritto all’istruzione, al divorzio, all’aborto, quest’ultimo  fu poi abolito da Stalin dopo la  morte di Alexandra. Si impegnò moltissimo per la promozione della partecipazione delle lavoratrici alla vita pubblica ,a partire dalla lotta contro l’analfabetismo. Promosse il primo Congresso delle lavoratrici russe in cui fu decisa la costituzione di  un organismo permanente di partecipazione sociale. In contrasto con il governo Bolscevico aderì alla corrente di sinistra e poi passò al Servizio Diplomatico. Gli ultimi anni furono di contrasti politici ed anche di solitudine umana.

Nel 1927 scrisse un libro “ Un grande amore” in cui molti e molte videro il racconto del grande amore tra Lenin ed Inessa Armand. Personalità complessa elaborò un punto di vista molto originale sulla emancipazione femminile  e sul rapporto uomo- donna. Fu punto di riferimento dei movimenti femminili  dei partiti socialisti ma anche dei gruppi femministi che si andavano formando in Europa. Riferimento dialettico perché non sempre le sue tesi sulla libertà sessuale furono comprese e condivise. Ampliò l’orizzonte del pensiero socialista e comunista sull’emancipazione femminile  che troppe volte si limitava alla conquista del diritto al lavoro lasciando inalterati gli altri aspetti della discriminazione subita dalle donne e delle forme di patriarcato.

Inessa Armand è sicuramente la personalità più intrigante e controversa della Rivoluzione d’Ottobre.  Nata a Parigi nel 1874 , sposò un grande industriale dell’impero Russo. Studiò lingue, musica, disegno. Venne in contatto con i gruppi clandestini socialisti e nel 1909 a Parigi conobbe Lenin nel Caffè dove si incontravano gli esuli russi. Il loro fu un legame sentimentale, politico e culturale. Che non emarginò mai Nadja anche per la profonda stima umana e politica che legava le due donne. Anche lei fu portatrice di un pensiero innovativo  ed ampio della emancipazione femminile incentrata sull’istruzione, il lavoro, la libertà affettiva, la partecipazione politica.

Fu a contatto con le operaie, organizzò manifestazioni, incontri, congressi, diresse riviste dedicate alle donne. Fu madre affettuosa di cinque figli. La sua fu una  vita intensa   in cui mise alla prova tutta se stessa, dimostrando di essere dotata di grande energia culturale ed umana .  Colpita ancora giovane dal colera  morì a Mosca nel 1920.Ebbe la dignità della sepoltura davanti al Cremlino. Queste donne influirono sul pensiero delle donne del Partito Comunista Italiano. Tuttavia le donne Comuniste  Italiane elaborarono una loro autonoma visione  della battaglia di emancipazione femminile   a partire dalla esperienza  della lotta Antifascista e della Resistenza. I movimenti femminili  nati in quegli anni, l’Udi ed il Cif,  la visione dell’emancipazione femminile  collocata all’interno della Democrazia Progressiva elaborata da Togliatti  , la battaglia per il diritto di voto , la partecipazione delle donne alla stesura della Carta Costituzionale definirono un percorso originale e molto incisivo delle Comuniste italiane.

Livia Turco