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Cure palliative: ce l’abbiamo fatta!

24 Settembre, 2009 (11:18) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

Di seguito l’articolo apparso su L’Unità del 20 settembre scorso con il quale si dà notizia dell’approvazione alla Camera del ddl sulle cure palliative fortemente voluto dal Pd.

In calce all’articolo il link con il testo del ddl approvato.

Il diritto alla terapia anti-dolore

di Livia Turco

Nessuno sia solo e senza dignità nella malattia, nessuno sia solo e senza dignità nelle fase finale della vita, nessuno subisca il dolore di una malattia quando può essere evitato. Questi sono gli obiettivi delle cure palliative e delle terapie anti dolore.
In Italia ci sono 250.000 malati terminali, di cui 10.000 bambini e adolescenti. 160.000 sono malati oncologici e 90.000 affetti da altre patologie. Solo il 40% dei malati oncologici e solo 1% di quelli non oncologici ha accesso alle cure palliative. Il 25% della popolazione vive una malattia cronica con dolore acuto che diventa così malattia nella malattia. Poche sono però le persone che accedono alle terapie antalgiche. Siamo gli ultimi in Europa per l’uso di farmaci antidolore.
E’ dunque molto importante la legge votata all’unanimità alla Camera e da noi tenacemente voluta “Disposizioni per la promozione delle cure palliative e delle terapie del dolore”. Essa definisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore come un diritto per assicurare la dignità della persona e come una presa in carico complessiva della persona nella sua dimensione fisica, psichica e spirituale.
La legge si propone di realizzare due diritti fondamentali: la libertà di scegliere il luogo in cui concludere la propria vita, sia essa la casa, l’hospice, l’ospedale, la casa di riposo; la continuità di cura, per assicurare tutto il percorso di avvicinamento alla morte una presenza costante di operatori competenti. Questi due diritti sono resi possibili attraverso la costruzione di una rete di servizi e prestazioni dotata di un team multidisciplinare che costituiscono “i livelli essenziali di assistenza sociali e sanitari”. La legge dedica inoltre molta attenzione alle cure palliative pediatriche e prende in carico tutti i malati terminali non solo quelli oncologici. E’ prevista inoltre la semplificazione della prescrizione dei farmaci anti dolore con il superamento del “ricettario speciale” e il passaggio nella farmacopea di principi attivi cannabinoidi che sono importanti per lenire il dolore di malattie come la sclerosi laterale amiotrofica e la sclerosi multipla.
Ci dispiace che il governo e la maggioranza non abbiano accettato un altro punto fondamentale da noi posto per cui ci siamo tenacemente battuti: il riconoscimento della professionalità degli operatori che hanno maturato sul campo lavorando negli hospice e nelle strutture, di cure palliative. E la mancata definizione di una specializzazione medica post laurea.
Infine, la questione delle risorse. Esse restano ancora insufficienti. Tuttavia un importante risultato essere riusciti a strappare attraverso una forte battaglia, 150 milioni di euro annui per il prossimo triennio alla promozione delle rete delle cure palliative e delle terapie antidolore.
La legge prevede inoltre strumenti di controllo e monitoraggio per verificare la promozione della rete medesima su tutto il territorio nazionale superando le profonde disparità territoriali attualmente esistenti. La storia delle cure palliative nel nostro paese è recente, nasce da un movimento di operatori, associazioni laiche e cattoliche e volontari. Ricordo Vittorio Ventaffridda, Gigi Ghirotti, Virginio Floriani. Ricordo inoltre una donna infermiera e poi medico, Cicely Saunders che fondò nel 1967 il San Cristofer Hospice la prima struttura di cura palliativa al mondo. A loro và un pensiero grato ed il riconoscimento della straordinaria generosità e competenza.
Mi auguro che questa legge sia un buon viatico per quella sul “Testamento biologico”. Le cure palliative infatti si nutrono del rispetto delle persone delle pietas, dell’ascolto della sua volontà, dell’accompagnamento per non lasciarla mai sola.
Questa modalità di assistenza e questi valori etici devono dovranno anche essere alla base della legge sulle “Dichiarazioni anticipate di volontà”.

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