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Biotestamento: serve una legge giusta e umana

17 Febbraio, 2010 (13:47) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

Di seguito l’articolo di Livia Turco, pubblicato oggi sull’Unità.

Biotestamento, l’impegno del Pd per una legge giusta e umana

di Livia Turco

L’iter della legge sul testamento biologico entra nel vivo. In commissione Affari sociali in questi giorni sarà affrontato l’art. 3 che prevede l’ambito di applicazione delle Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento) e i trattamenti medici che possono essere indicati in esse. Sarà il banco di prova per verificare la disponibilità della maggioranza di tenere conto del dibattito che c’è stato a un anno dalla morte di Eluana Englaro. Fino ad ora hanno proceduto con burocratica e arrogante chiusura nei confronti delle proposte del Pd, accusandoci di ostruzionismo. Al contrario, ci siamo battuti con spirito costruttivo per una legge giusta che contemperi la scelta della persona con la sua effettiva presa in cario. Ci siamo battuti con tenacia per cambiare la Calabrò. Chiediamo che il governo raccolga la pressante richiesta dei medici per impedire l’imposizione dell’accanimento terapeutico, come vuole la maggioranza. All’art. 3 la proibizione della sospensione della nutrizione e dell’idratazione riguarda “una eventuale futura perdita della capacità di intendere e volere” e, dunque, tutti gli stati di incoscienza imponendo per legge l’accanimento terapeutico ai malati in stato vegetativo (circa 2000 persone), ai malati terminali (250mila, di cui 160mila oncologici), ai malati in terapia intensiva e gli affetti da malattie degenerative come l’Alzheimer. Per questo abbiamo presentato un emendamento di riduzione del danno che cancella questo scandalo e afferma la possibilità di sospendere la nutrizione artificiale e l’idratazione quando queste forme di sostegno vitale mutano la loro funzione e non sono più in grado di alleviare le sofferenze configurandosi come futili e sproporzionate. La valutazione di quando si determinano tali circostanze è demandata al medico secondo scienza e coscienza, coinvolgendo i familiari. Il filo conduttore dei nostri emendamenti è proprio la relazione di fiducia tra medico, paziente e familiari. Per usare un’espressione del teologo Bruno Forte “ il connubio tra il sacrario della coscienza e la rete di comunione è ciò che vorremmo promosso e rispettato il più possibile su una legislazione sul fine vita”. Questo vale anche per la nutrizione artificiale che deve essere indicata nelle Dat, in quanto forma di sostegno vitale assicurato da competenze mediche. La valutazione poi della loro efficacia in un momento preciso della malattia deve essere rinviato al letto del paziente attraverso la relazione di fiducia medico, paziente e familiari. Parliamo di nutrizione e non alimentazione perché non sono la stessa cosa, come condiviso da tutta la comunità scientifica. La nutrizione non è alimentazione perché ciò a cui si riferisce è l’utilizzo di nutriente e non alimenti che vengono preparati con procedure farmaceutiche e somministrati per via artificiale, cioè senza ricorrere al normale processo di deglutizione. Tale definizione esclude quei pazienti che, pure in stato vegetativo, conservano anche per molti anni il riflesso della deglutizione rendendo possibile, seppur laboriosa, la nutrizione per via normale.

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