Il Blog di Livia Turco

www.liviaturco.it



“Basta umiliare e liquidare un’intera generazione”

16 Ottobre, 2012 (11:53) | Interviste | Da: Redazione

Intervista a Livia Turco di Maria Zegarelli, su l’Unità del 16 ottobre 2012
«Non è Matteo Renzi a doverci dire cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. Io ho annunciato un anno fa che non mi sarei ricandidata alle prossime elezioni». Livia Turco non si lascia intimidire, spiega al telefono, dagli «attacchi umilianti» del sindaco di Firenze. Rilancia: «La classe dirigente del partito deve rispondere con fermezza a tutto questo».

Onorevole, lei prese la sua decisione un anno fa. La questione del rinnovamento esiste o Renzi sta esagerando?

«Io annunciai la mia decisione durante un’Assemblea delle donne parlando di passaggio di testimone e solidarietà tra le generazioni. Di madri e di figlie che si riconoscono reciprocamente…».

Oggi il clima è diverso. Vi chiedono molto esplicitamente di farvi da parte.

«Non a caso ho voluto ricordare il contesto e il messaggio di un anno fa che era diametralmente opposto a quello che oggi ci propone Renzi e non solo lui. Non siamo soltanto difronte ad un atteggiamento liquidatorio nei confronti di una generazione, ma anche di fronte ad un messaggio pericoloso e contraddittorio per i giovani perché da una parte si avalla l’idea che sia sufficiente il dato anagrafico per avere competenze, dall’altra si valorizza il merito. Per non parlare, poi, di un elemento di umiliazione personale che è inaccettabile».

Lei dice: D’Alema, Veltroni e Bindi devono restare in Parlamento. Non le sembra di andare contro quello che sembra un sentimento diffuso che vuole facce nuove?

«Il rinnovamento va portato avanti ma vanno valorizzate competenze, simboli e storia che non sono aspetti secondari in politica. Questa è la battaglia che sto facendo e trovo molto consenso, la domanda di rinnovamento è forte, lo voglio io per prima, ma deve avvenire nel rispetto tra le generazioni e la storia delle persone. In un momento come questo è facile cavalcare le semplificazioni ma il compito della politica è di andare oltre e di guidare in maniera responsabile il ricambio della classe dirigente. La campagna denigratoria in atto verso alcuni, penso in particolare a Massimo D’Alema, deve essere respinta e contrastata a viso aperto dal gruppo dirigente del Pd, senza timidezze. Qui non è in gioco soltanto il rispetto di un autorevolissimo dirigente del partito ma è in gioco il modo stesso di intendere il Pd».

Anche Bersani dovrebbe essere più deciso nel difendervi?

«Bersani ha dato un messaggio molto chiaro da Bettola. Ha detto una cosa bellissima: non possono esserci nuove foglie senza radici robuste. Io lo interpreto come un riconoscimento delle persone e della storia delle persone, dopodiché se un po’ tutti dicessimo in modo corale che l’attacco a D’Alema è un attacco che colpisce tutti sarebbe un gesto apprezzabile».

D’Alema dice che sarà il partito a decidere sulla sua candidatura. Perché deve decidere il partito e non i singoli?

«Ha ragione D’Alema perché mette l’accento sulla responsabilità collettiva. Come dice Bersani in un partito conta il collettivo e quindi ciascuno di noi deve rimettersi ad una decisione collettiva. Sono dispiaciuta della scelta di Veltroni, che è stato un gesto di grande disponibilità, perché Walter è un simbolo importante per il nostro partito e il suo posto dovrebbe essere in Parlamento».

Tiziano Treu, che non si ricandiderà, spera che il Pd non conceda molte deroghe. Lei che ne pensa?

«Ha ragione Treu, ci sono delle regole e noi dobbiamo rispettarle. Le deroghe dovranno essere molto limitate e decise con grande trasparenza».

Dopo la sfida di Renzi resta della sua idea o anche lei si rimette alla decisioni del partito per la ricandidatura?

«Non si fa politica solo in Parlamento, dunque, sono e resterò in pista. Anzi, di fronte a questi attacchi, a questi metodi così grossolani del sindaco di Firenze, sono ancora più motivata. Mi sento di dirgli che non c’era bisogno che arrivasse lui a dirci come si fa il rinnovamento, che non ha nulla da insegnarci. Ha allestito il suo camper e gira l’Italia soltanto per dirci che dobbiamo farci da parte: gli rammento che Bersani ha già costruito un partito di giovani e non credo affatto che a Renzi stia a cuore il nostro partito e il rinnovamento, ma soltanto l’umiliazione di alcune persone. C’è una bella differenza».

Scrivi un commento

Dovete essere connessi per poter inserire un commento.