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Partito e Governo non “sono” la stessa cosa

14 Settembre, 2013 (17:24) | Articoli pubblicati | Da: Redazione

di Livia Turco, da L’Unità del 14 settembre 2013

Bisogna riscoprire la distinzione tra partito e governo. La forma che assume il rapporto tra partito e governo è un tratto distintivo della democrazia e del sistema politico. Dunque è un tema cruciale. Non a caso è il più rilevante del dibattito congressuale del PD e costituisce una delle differenze  radicali che contraddistinguono i programmi dei candidati.(Anche se fino ad ora abbiamo potuto leggere solo un impegnativo ed innovativo contributo  di Gianni Cuperlo e prima di Fabrizio Barca).

Il direttore di questo giornale ha scritto martedì 10 scorso considerazioni che condivido pienamente. Non c’è alternativa reale al partito personale, alla politica ridotta al mito del capo e al puro apparire se non si reinventa una politica popolare, con dei partiti che promuovono e valorizzano  la partecipazione attiva dei cittadini.La cittadinanza  competente. Ciò è essenziale anche per rendere efficace l’azione del governo. Si possono fare le riforme più belle e radicali ma se queste non sono vissute  e condivise dalle persone restano incomprese, lontane, inefficaci.

Il tema del riformismo dall’alto e del riformismo senza popolo,  che fu uno dei limiti della stagione dei governi dell’Ulivo,  non può essere dimenticato.La partecipazione popolare è fondamentale per fare le riforme e rendere efficaci anche perché cambiare vuol dire scontrarsi con interessi, sentimenti  e bisogna incidere su di essi per modificarli. Penso alla durezza del governo dell’immigrazione e quanto pesò, nel momento in cui si avviava una grande riforma, nel pieno di un attacco furibondo del centrodestra ed in un clima culturale ostile nella società, la mancanza di una politica popolare che li contrastasse.La reinvenzione e la messa in moto di una politica popolare da parte dei partiti politici è l’altra faccia della reinvenzione di un nuovo modello di sviluppo e di crescita.

Come ci  insegna la storia,lo sviluppo economico dopo le guerre e dopo le fasi di crisi è potuto avvenire anche facendo leva su l sentimento di fiducia dei cittadini promuovendo la loro partecipazione ed il loro spirito attivo ed imprenditivo. Dunque non è una forzatura affermare che la reinvenzione di una politica popolare che attivi la creativita’delle persone è un ingrediente cruciale per promuovere un nuovo modello di sviluppo. Una politica popolare va reinventata nelle sue forme e modalità rispetto  al passato ma i requisiti e le risorse sono obiettive: la capacità di creare comunità, legami di solidarietà, promuovere e valorizzare le competenze,offrire occasioni formative, promuovere l’esercizio della decisione su tutte le questioni  più rilevanti del paese.

Una politica che si metta a servizio dei cittadini. Che  sia utile,che risolva qui ed ora i problemi delle persone, che sappia condividere i loro problemi e trasmetta il calore delle relazioni umane. C’è un aspetto di cui si parla poco e che invece e’l'anima della democrazia. La capacità di coinvolgere attivamente nella politica chi nella società  è debole e fragile, chi è escluso dai circuiti del potere. Lo dicono ormai tanti studi e ricerche: chi è istruito, ha un reddito medio alto, è inserito in una rete di rapporti, ha più facilità di avvicinarsi alla sfera pubblica mentre a scoraggiare i cittadini è una politica lontana dalla quotidianità.

Il distacco dalla politica lo vivono in particolare quelli che sentono di non poter influire su di essa.
C’è una configurazione piramidale della partecipazione politica che corrisponde alla configurazione sociale. Torna più che mai cruciale il rapporto tra eguaglianza e democrazia; la capacità della democrazia di essere inclusiva. Un partito ed una politica popolare devono scrupolosamente realizzare l’articolo 3 della nostra Costituzione che al suo secondo comma recita: “E’compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effetto a partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,economica e sociale del Paese.”

Un partito che persegue questo obiettivo deve avere un segretario ed un gruppo dirigente che dedica ad esso tutto il suo tempo, il suo pensiero,le sue energie.

Livia Turco

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