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Dov’è Soumalaya Sacho?

30 Giugno, 2018 (11:31) | Articoli pubblicati | Da: Redazione

Dov’è Soumalaya  Sacho? E’ tornato nel suo paese il Mail, accolto dall ‘affetto e dal dolore straziante  dei suoi famigliari. Dopo aver ricevuto nel nostro  Paese il saluto  degli sfruttati  come lui. Poche sono state le  dichiarazioni della politica. Quella Del Presidente della Camera.  Nessuna parola da parte di chi ci governa impegnato al contrario a spargere messaggi contro gli immigrarti e ad  irridere alle  loro condizioni di vita. Anche la sinistra è stata silente.

Solo gli sfruttati come lui hanno raccolto la sua eredità e ci hanno trasmesso parole  ricolme di dignità. Abourbakar  Soumahoro, l’amico sindacalista,  ha dato una scossa ai suoi concittadini , ha dato volto e voce alla loro rabbia, a loro che lavorano sotto un sole cocente per tutto il giorno da sole a sole, per due euro all’ora. Li abbiamo visti sfilare sabato scorso a  Roma , li vedremo a Reggio Calabria il 23 giugno prossimo. Una luce, una speranza in queste tenebre che avvolgono la nostra democrazia e la nostra convivenza. Soumalya  Sacho deve continuare a vivere in mezzo a noi.

Abbiamo bisogno  di vedere il  suo volto , noi italiani, per ritrovare noi stessi, la nostra dignità di popolo, la nostra etica pubblica di paese solidale, la nostra radice di popolo di emigranti.  Il volto di  Sacho per ricordarci quello  dei nostri connazionali morti a Marcinelle, quelli morti sui barconi che salpavano gli oceani per andare nelle Americhe.

Abbiamo bisogno del volto di Sacho in mezzo a noi, noi sinistra, per rimetterci in viaggio , per ritrovare l’orgoglio  dei nostri valori e delle tante battaglie compiute in passato. Come  quando  a Villa Literno in provincia di Caserta  nel 1989 fu assassinato  un senegalese sfruttato, con regolare permesso di soggiorno che raccoglieva pomodori e che aveva anche lui un grande senso della sua dignità ed un profondo rispetto per il Paese in cui viveva e che lo accoglieva:  Jerrj  Maslo.

La sua morte provocò una reazione forte . Ho negli occhi e nel cuore  quella oceanica manifestazione e la richiesta delle associazioni e dei sindacati, dei  partiti di sinistra  di costruire  finalmente una svolta sulla politica dell’immigrazione.

Un Ministro  intelligente, Claudio Martelli, raccolse quella intelligenza diffusa,  quel sentimento di lotta e di indignazione e diede vita ad alla prima legge attraverso una grande Conferenza sull’immigrazione.  Abbiamo bisogno che il volto di Sacho viva tra gli italiani , diventi famigliare agli italiani  per  sollecitarli a porsi delle domande , per ragionare pacatamente. Perché Sacho che aveva un regolare permesso di soggiorno viveva in condizioni così disumane e così sfruttate’? Perché nonostante una buona recente legge contro il caporalato non si riesce a sradicare questo male del nostro Paese?  Sacho non ci rubava il lavoro, faceva quello che gli italiani non vogliono fare, non ci rubava l’alloggio popolare , l’assistenza sociale. Era un lavoratore  senza diritti che si batteva per avere diritti.

Come capita a tanti italiani, soprattutto giovani. Siamo noi popolo di Sinistra che dobbiamo far vivere il volto di Sacho tra noi italiani. Per dire la verità, per infondere il coraggio e la curiosità  verso i  tanti  Sacho che vivono in mezzo a noi. Per sollecitare ciascuno di noi  a costruire un legame umano e sociale con le persone che ci  vivono accanto. Anche quando sono immigrati. Per scoprire l’umanità  dell’immigrato concreto ,  in carne ed ossa che vive  accanto a noi .

Per costruire insieme quartieri più vivibili, città più vivibili attraverso l’incontro, lo scambio umano e culturale, la festa. Mettiamo in gioco l’ umanità di ciascuno, ascoltiamo l’altro, ascoltiamo le storie di ciascuno, costruiamo insieme giustizia e umanità. Affrontiamo finalmente il grande assente dalle politiche pubbliche e dal  dibattito pubblico che è la costruzione della CONVIVENZA. Conoscersi, riconoscersi, superare le distanze, avere e praticare obiettivi comuni per rendere migliore la nostra comunità .Solo così si combatte la paura, solo così si supera la percezione dell’essere invasi e si coglie la fatica ma anche la bellezza di vivere percorsi di vita nuovi, inesplorati.

Come sanno bene tanti italiani che questa fatica e bellezza della convivenza l’hanno scoperta e la praticano da tanto tempo. Non esiste solo il risentimento e la paura. Esiste l’Italia della convivenza anche se è  inascoltata e nascosta. Tocca a noi ,sinistra ,chiamare a raccolta questa “Italia della convivenza”  ascoltare le loro esperienze e proposte per mettere in campo UN’ALTRA  politica dell’immigrazione.

Più umana, più efficace, capace realmente di combattere le paure. Abrogazione della Legge Bossi_Fini.  Lotta alla tratta degli esser i umani ed a tutte le forme di schiavitù .  Una  Politica Europea dell’immigrazione  che si doti di strumenti  istituzionali nuovi ed efficaci.

Livia Turco

Articolo pubblicato su il Manifesto

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