Il Blog di Livia Turco

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“Uno zio operaio mi rese comunista nel feudo della Dc”. Intervista a Repubblica

21 Maggio, 2023 (14:09) | Interviste, Senza categoria | Da: Redazione

Correva l’anno 1970. Una quindicenne, indossando un vestito rosso, e con il cuore in gola, saliva lo scalone di un palazzo in piazza Galimberti a Cuneo, per andarsi a iscrivere al Pci. Ricordando quel momento, ancora oggi, Livia Turco si emoziona. Ministra per la Solidarietà sociale (tra il 1996 e il 2001, nei governi Prodi, D’Alema e Amato) e della Salute (dal 2006 al 2008, con Prodi presidente del Consiglio), una vita spesa per la politica, Livia Turco si racconta con grande trasparenza, mostrando anche una profonda umanità….

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“I sussidi non bastano, bisogna potenziare gli assistenti sociali”

18 Febbraio, 2022 (10:36) | Interviste, Senza categoria | Da: Livia Turco

Intervista a Livia Turco sul Secolo XIX

Inervista a Livia Turco

Basta con il teatrino della politica che parla di posti e rimpasti di governo

1 Dicembre, 2020 (17:58) | Articoli pubblicati, Senza categoria | Da: cesare fassari

Basta con il teatrino della politica che parla di posti, rimpasti di governo, litigi! Quanto di più lontano dalla vita delle persone! Questo riguarda tutti: chi quel teatrino lo anima e chi lo incoraggia e lo ingigantisce attraverso il racconto sui media.

È il momento del rispetto, del legame vero e profondo con le persone. È il momento di porsi traguardi che siano all’altezza della profonda sofferenza sociale in cui siamo immersi, sofferenza che alimenta diseguaglianze, fatiche, dolori.

Il dovere della politica e di tutti coloro che agiscono sulla scena pubblica è far crescere il sentimento della solidarietà come sentimento pubblico che faccia del nostro Paese una grande comunità. Dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi. Prima che le fatiche, le diseguaglianze, le sofferenze, l’ansia di tanti giovani per il futuro non si traducano in risentimento, ribellione, rifugio nella solitudine amara.

Le forze politiche che sono al governo e che si stanno cimentando con problemi molto duri e inediti e ricercano le strade di nuove riforme non devono dimenticare mai che un riformismo dall’alto ed un riformismo senza popolo è perdente. Dunque è loro compito primario trovare le parole, compiere i gesti che li leghino alle persone, a partire dalla capacità di ascolto e di vicinanza. Bisogna riscoprire una pratica del buon governo e della politica per cui il legame con le persone, con il popolo di questo nostro paese è una priorità. Ho detto il legame e non l’apparire..!

Che si può praticare anche in fase di distanziamento fisico.

Non si può non trovare il tempo e le parole per dialogare con gli studenti che vogliono tornare a scuola, con gli assistenti sociali che chiedono di poter esercitare la loro preziosa funzione e dunque di essere contemplati tra le figure professionali per la cura delle persone, con i lavoratori precari che perdono il lavoro, con i giovani che sono inquieti sul loro futuro e su quei medici e operatori sanitari che rischiano la vita per salvare le persone.

Far crescere il sentimento della solidarietà deve essere avvertito da ciascuno di noi, dalle forze politiche, socilali, culturali, dai media come una emergenza, un dovere primario per vivere in modo costruttivo il tempo lungo della pandemia.

Il sentimento della solidarietà cresce se è animato dalla cultura e dalla pratica del prendersi cura delle persone. Prendersi cura della vita, prendersi cura delle persone deve essere l’orizzonte ideale e pratico della sinistra. È una grande scelta politica da cui possono nascere nuovi pensieri e nuove pratiche. Solo in questa radice e in questo orizzonte può rinascere la sinistra. Solo se essa sarà protagonista della tessitura di legami umani e sociali, di prendersi cura delle persone, di ricostruirsi popolo che esercita una cittadinanza attiva.

La proposta di Papa Francesco contenuta nella sua Enciclica “Fratelli”  “Costruire una Fraternità universale ed una amicizia sociale” è anche una proposta politica, di pratica sociale che può e deve alimentare una politica popolare. Solo questa pratica del prendersi cura delle persone può far rinascere la democrazia, nutrirla, renderla efficace, renderla costruttrice di comunità.

Tante azioni di presa in carico delle persone che svolge il volontariato non sono altro dalla politica, devono essere sostenute, illuminate, incoraggiate come pagine belle di solidarietà e di democrazia e devono essere praticate anche dalla politica e dai partiti politici. Riformare il nostro Paese significa renderlo umano, servono le politiche che investano sui grandi beni comuni ma serve l’azione quotidiana che con i gesti della vita quotidiana creino legami umani e sociali. È compito della politica inventare quei Poeti Sociali di cui parla Papa Francesco che non si battono per i poveri ma con i poveri per farli diventare cittadini attivi nella vita della comunità.

Livia Turco 

Ius soli: dopo 16 anni è tempo di approvare la legge

13 Giugno, 2017 (16:40) | Dichiarazioni, Senza categoria | Da: Redazione

“La prima legge di riforma della cittadinanza fu depositata in Parlamento il 1 agosto 2001 (legge Turco-Violante n.1463) ormai ben 16 anni fa. E’ arrivato, dunque, il tempo di approvare il disegno di legge sullo ius soli. Sarebbe un inaudito schiaffo morale se il Parlamento non arrivasse al traguardo di una legge equa, giusta, umana”.

Lo dichiara Livia Turco, ex ministro della Solidarietà sociale che con Violante firmò la prima proposta di riforma della cittadinanza in Italia.

“Riconoscere la cittadinanza ai figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia è ormai una necessità - sottolinea Livia Turco - L’esperienza diretta vissuta con questi bambini, ragazze e giovani conferma che strumenti fondamentali della integrazione sono la scuola il sostegno alle famiglie, la socialità dei quartieri, lo sport ma è altrettanto fondamentale sentirsi riconosciuti come italiani anche dalla legge”. “Le norme basate sullo Ius sanguinis sono ormai una anomalia in Europa. Persino la Germania - aggiunge Turco - riconosce la cittadinanza ai figli dei migranti prima dei diciotto anni”.

Infine, “dobbiamo avere molto presente che per prevenire il conflitto delle seconde generazioni che non si sentono riconosciute ed integrate bisogna agire ora, con politiche di vera integrazione che riconoscano i diritti ed insegnino ai bambini ed ai ragazzi l’obbligo dei doveri” conclude. (ANSA).

Sogno una società materna e autorevole

30 Maggio, 2017 (08:03) | Interviste, Senza categoria | Da: Redazione

Non rinnego nulla. Ero militante con D’Alema e lo sono con Giachetti…

28 Maggio, 2016 (17:06) | Interviste, Senza categoria | Da: Redazione