Il Blog di Livia Turco

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Month: Giugno, 2012

In Italia un milione di Balotelli

29 Giugno, 2012 (10:42) | Dichiarazioni | Da: Redazione

La storia di Balotelli fa capire che l’Italia è cambiata e che bisogna aprire gli occhi su un milione di Balotelli che vivono nelle nostre scuole, nelle nostre famiglie, nelle nostre città.
Una storia che si fa beffa di tutti coloro che continuano a sostenere l’inutilità di una riforma della legge sulla cittadinanza. Una legge che noi democratici abbiamo in tutti i modi denunciato perché anacronistica, ingiusta e non degna di un paese civile.
La settimana prossima su iniziativa del Partito Democratico, che ha sempre difeso con determinazione il principio secondo cui chi nasce e cresce in Italia è italiano, verrà discussa in Parlamento la riforma della legge sulla cittadinanza, che il centrodestra continua a bloccare.
Ci auguriamo che la storia di Balotelli faccia riflettere e risvegli il buon senso di alcuni parlamentari che, ancorati a vecchi preconcetti, non vogliono rassegnarsi al fatto che l’Italia sia cambiata anche grazie a tutta una nuova generazione che aspetta ancora di poter diventare italiana.

Livia Turco

Sui diritti, brava Rosy

21 Giugno, 2012 (11:10) | Articoli pubblicati | Da: Redazione

“Il documento elaborato dal “Comitato diritti” presieduto da Rosy Bindi contiene un’elaborazione preziosa ed innovativa. Ciò che mi convince è innanzitutto l’impostazione del tema dei diritti connessa ad una visione antropologica della persona…”

Leggi l’articolo di Livia Turco su l’Unità del 21 giugno 2012

Aborto. La 194 è inattaccabile

20 Giugno, 2012 (11:22) | Dichiarazioni | Da: Redazione

“Bene la Consulta. Si dimostra ancora una volta che l’impianto della legge 194 è inattaccabile perché basata su un giusto equilibrio fra la scelta e la salute della donna e la tutela della vita”.

Livia Turco

Viaggio nei Cie d’Italia. La dignità è optional

14 Giugno, 2012 (14:37) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

di Livia Turco, da l’Unità del 14 giugno 2012

“Abbiamo cercato di ascoltarli tutti. E abbiamo scoperto un dato inatteso: i giovani sono pochi, sono tunisini ed egiziani venuti lo scorso anno o sbarcati recentemente. I loro volti sono i più disperati. Non conoscono la nostra lingua”…

Leggi l’articolo

Salviamo i Consultori familiari

12 Giugno, 2012 (16:17) | Articoli pubblicati | Da: Livia Turco

Troppe Asl li hanno abbandonati. Devono invece essere una priorità della politica sanitaria. Integrandoli nella rete dei servizi socio-sanitari, collegandoli alla scuola e andando incontro alla popolazione. A partire dai soggetti più vulnerabili, come le donne immigrate

di Livia Turco

I consultori familiari sono un gioiello del nostro paese, purtroppo caduto in disuso e trascurato da tante aziende sanitarie - basti pensare che nel 2007 ce n’erano in totale sul territorio nazionale 2.007, mentre nel 2009 il numero si è abbassato a 1.911- ma che, dove sono sostenuti e fatti funzionare, producono eccellenti risultati mantenendo le promesse che erano contenute al momento della loro nascita nella lungimirante legge istitutiva dei consultori medesimi, la numero 405 del 1975.

I consultori familiari sono strutture del Servizio Sanitario Nazionale che sin dalla loro costituzione si basano su un modello di salute che fa riferimento a quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La salute è lo stato di completo benessere fisico, psicologico e sociale e non la semplice assenza di malattia o disabilità”. Si tratta quindi di un modello sociale di salute invece di un modello biomedico e, corrispondentemente, un modello di welfare fondato sulla partecipazione e sull’empowerment invece del tradizionale modello paternalistico direttivo.
In tale modello viene esaltata l’importanza della promozione della salute intesa come azione tendente a promuovere competenza e consapevolezza delle persone e delle comunità al fine di aumentare la loro capacità di controllo sul proprio stato di salute come ricordato nella Carta di Ottawa, espressa a livello internazione nel 1986.

I consultori familiari sono servizi che, dalla ricchezza di competenze multidisciplinari, mediche psico-sociali, possono svolgere al meglio le attività di promozione della salute mediante lo schema concettuale dell’offerta attiva.
Negli ultimi anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato nei suoi documenti l’importanza di servizi strutturati e organizzativi come i consultori famigliari italiani indicati come modello.

Già dal 2000 il maiuscolo Progetto obiettivo materno-infantile ha assegnato un ruolo centrale ai consultori famigliari e delineato con molto dettaglio non solo gli aspetti organizzativi ma anche gli obiettivi da raggiungere, le azioni da svolgere mediante offerta attiva ed i relativi indicatori.
Indagini dell’Istituto Superiore di Sanità, condotte nell’ultimo decennio sul percorso nascita, hanno evidenziato che questi servizi quando sono conosciuti e utilizzati sono apprezzati sia dalle donne che dalle coppie ed in particolare dai giovani. Negli ultimi anni si sono rivelati particolarmente utili per le donne immigrate tra le quali, come noto, resta elevato il tasso di abortività e per le quali è particolarmente importante l’azione di mediazione culturale. Resta un servizio cruciale per la prevenzione dell’aborto come indica l’ultima relazione del Ministero della Salute sull’applicazione della 194.

In essa si evidenzia che il ricorso al Consultorio familiare per la documentazione/certificazione rimane ancora basso (39,4%), specialmente al Sud. Ciò è dovuto al fatto che il consultorio non è stato integrato nella rete dei servizi socio-sanitari territoriali e non è stato collegato all’ospedale. Qualora ciò avviene, il rapporto diretto consultorio-ospedale riduce i tempi di attesa per le donne costrette ad abortire.
C’è da rilevare con preoccupazione un processo di svilimento e di impoverimento dei consultori familiari, particolarmente accentuato negli ultimi tempi: non si favoriscono i processo di integrazione tra servizi, si riducono gli organici, tante volte mancano figure professionali cruciali come l’ostetrica, si riducono le risorse.

Bisogna invertire questa tendenza. Bisogna farlo a partire da situazioni di eccellenza come l’Emilia Romagna. Bisogna dunque rilanciare sul piano culturale e delle priorità della politica sanitaria il ruolo dei consultori integrandoli nella rete dei servizi socio-sanitari di base, collegandoli alla scuola, sviluppando il loro ruolo attivo rendendoli capaci di andare incontro alla popolazione a partire dai soggetti più vulnerabili come le donne immigrate. Ciò significa risorse, personale adeguato, ma, soprattutto, la rimessa al centro della salute come processo attivo che deve avere come protagonista le persone e deve riproporre la salute delle donne come parametro del benessere dell’intera popolazione.

da: www.quotidianosanita.it

Immigrazione: Turco (Pd) Cie sono polveriere umane

12 Giugno, 2012 (12:35) | Dichiarazioni | Da: Redazione

(ANSA) TRAPANI, 11 GIU - ‘Abbiamo avuto la conferma che i Cie sono delle polveriere umane e che la legge voluta dal governo Berlusconi e dall’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni e’ un disastro’. Lo ha detto il deputato del Pd, Livia Turco, che oggi ha visitato, assieme ai deputati nazionali democratici Alessandra Siragusa, Roberto Giachetti e Roberto Zaccaria, i due centri di Trapani: la struttura di Milo ed il ‘Serraino Vulpitta’.
Per Turco, all’interno dei Cie, ’si vivono drammi umani’ e ‘la situazione e’ esplosiva’, anche perche’ gli immigrati ’sono costretti ad una ‘carcerazione’ che si prolunga fino a 18 mesi’, ha aggiunto.
‘Riferiremo al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri - ha detto Livia Turco - la drammatica situazione che abbiamo riscontrato nei Cie, anche per capire se abbia consapevolezza dell’entita’ del problema’.
Quella di oggi e’ stata la prima di tre visite che i parlamentari del Pd effettueranno a Trapani. In questi giorni sono previste ispezioni anche in altri centri in Sicilia, Campania e Friuli. ‘A conclusione - ha detto l’onorevole Zaccaria - redigeremo un report finale dove individueremo le criticita”. Oggi a Milo ci sono 109 immigrati; 43 sono gli ospiti del ‘Vulpitta’.
‘Rispetto ad un mese fa - ha detto Alessandra Siragusa - le condizioni sono migliorate; mentre prima mangiavano per terra, adesso hanno dei tavoli a disposizione per consumare i pasti’.
Fulvio Vassallo, membro dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che ha accompagnato la delegazione parlamentare, ha raccontato che al ‘Vulpitta’, stamani, ‘abbiamo visto un ospite con lividi anche se non abbiamo le prove che si sia trattato realmente di maltrattamenti’.