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La nostra scelta di correre liberi è avvertita come liberatoria

8 Aprile, 2008 (10:11) | Interviste | Da: antonella

di Bruno Miserendino

Intervista pubblicata su L’Unità, 08/04/08

«La nostra scelta di correre liberi è avvertita come liberatoria. Attenti però a non scavare fossati incolmabili con la sinistra radicale. Gli indecisi? Li sento, li vedo, ci interrogano. Ci parlano di precarietà e di laicità. Si convincono spiegando i nostri programmi, non battendo sul tasto del voto utile»

Livia Turco è in Abruzzo, gira per paesi e ospedali, ha la voce roca, però è ottimista, perché sente il Pd in crescita. E sul dopo avverte: «La scelta di correre liberi, puntando sul programma, è vissuta come una liberazione dai nostri cittadini, ma attenti a non scavare fossati incolmabili con la sinistra radicale».

Ministro, cosa vede in questi ultimi giorni di campagna elettorale? «Sto battendo i piccoli paesi, diciamo che sono in contatto con l’Italia profonda».

E cosa sente? «Avverto un recupero, i famosi incerti si materializzano, si vedono, si interrogano e ci interrogano».

Chi sono gli incerti? «Quelli che ho visto sono di centrosinistra. Si chiedono se è il caso di votare ancora. Si informano, vogliono sapere, attendono risposte. Però l’altro dato è che ovunque si tocca con mano la novità del Pd, fatta anche di tante persone nuove che si affacciano alla politica, e soprattutto tante donne, e tanti giovani».

Come viene percepito il Pd? «Come una novità vera: lo si capisce dai giovani che parlano per primi alle manifestazioni, dalle persone che si occupano di politica grazie al Pd. Ma lo si capisce anche da come la gente accoglie il messaggio politico: la nostra scelta di andare liberi, con un’assunzione di responsabilità che vuoi dire basta litigi, basta frammentazione, è vissuta come liberatoria. Poi ci sono i contenuti programmatici: io batto molto su precarietà e crescita».

Secondo Lei arriva il messaggio sul voto utile? «Francamente questo argomento non lo trovo particolarmente efficace. All’elettorato di centrosinistra recalcitrante non basta dire, dài un voto utile, se no torna Berlusconi. Oltretutto è un messaggio contraddittorio, visto che abbiamo messo al bando l’antiberlusconismo. Poi sono d’accordo col presidente Napolitano, ogni voto è utile. Gli indecisi li convinci molto di più se dimostri che proprio le questioni a cui tiene più un elettore di centrosinistra trovano risposte convincenti nei nostri programmi. A partire dalla precarietà».

Esempio? «Molti mi chiedono se davvero si può fare una lotta contro questo fenomeno. Ecco, per tutti questi è molto più convincente l’argomento che la precarietà si combatte puntando sulla crescita, rilanciando il patto tra produttori, col salario minimo legale».

Che rapporti vede in futuro con la sinistra radicale? «La scelta politica del Pd, la novità di puntare sul programma e non sull’alleanza, la considero strategica. Ma questo non vuol dire riprodurre la vecchia contrapposizione tra un centrosinistra di governo e una componente di sinistra ontologicamente votata all’opposizione. La sfida del Pd è per il governo del paese e riguarda tutto il campo del centrosinistra>>.

Pecoraro Scanio dice che non appoggerà mai un governo del Pd. «In politica mai dire mai. La nettezza delle posizioni e la novità strategica non significano solchi incolmabili».

Sbagliato tenere toni soft di fronte alla campagna della destra? «No, penso che sia stato importante mettere l’accento sulla novità, liberandoci definitivamente dall’antiberlusconismo. Certo in questo rush finale bisognerà pur ricordare ai cittadini alcune verità. Purtroppo tra i difetti degli italiani c’è la memoria corta, ed è il caso di ricordare cosa abbiamo ereditato, mostrando anche un po’ di orgoglio su qualche risultato del governo Prodi. Sarebbe utile ricordare che se vince la Destra tornano quelli che hanno davvero messo l’Italia in ginocchio, con la crescita zero e il deficit alle stelle. Non è demagogia, è una forma doverosa di pedagogia civica».

Si era aperto un dibattito sulla soglia del successo del Pd… «Un surreale dibattito, aperto e chiuso. Non c’è alcuna soglia, la partita è aperta. E comunque vadano le cose, un successo già c’è: la novità del Pd va ben oltre questo passaggio elettorale, si è seminato molto e bisognerà avere molta cura di questo seme. Il nostro dibattito dovrà essere all’altezza della sfida che abbiamo proposto al paese. Altrimenti che diciamo a questi meravigliosi giovani che si sono affacciati alla politica?»

Se alle elezioni sarà pareggio? «Io punto a vincere, e sono del parere che chi vince anche con tre voti governa. Dopodiché ci sarà bisogno nel paese di collaborazione. Se andrà all’opposizione il Pd non si comporterà come ha fatto Berlusconi invocando ogni giorno la spallata».

Con Bossi che minaccia i fucili, che riforme si fanno? «Un motivo in più perché perdano, per ricordare che hanno vecchie ricette, vecchi linguaggi e come coalizione sono ancora peggio di prima, più a destra, con Mussolini e Ciarrapico e Bossi che comanda ancora di più. Ecco, questo sì, andrebbe ricordato bene agli italiani».

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