di Bruno Miserendino
Intervista pubblicata su L’Unità, 08/04/08
«La nostra scelta di correre liberi è avvertita come liberatoria. Attenti però a non scavare fossati incolmabili con la sinistra radicale. Gli indecisi? Li sento, li vedo, ci interrogano. Ci parlano di precarietà e di laicità. Si convincono spiegando i nostri programmi, non battendo sul tasto del voto utile»
Livia Turco è in Abruzzo, gira per paesi e ospedali, ha la voce roca, però è ottimista, perché sente il Pd in crescita. E sul dopo avverte: «La scelta di correre liberi, puntando sul programma, è vissuta come una liberazione dai nostri cittadini, ma attenti a non scavare fossati incolmabili con la sinistra radicale».
Ministro, cosa vede in questi ultimi giorni di campagna elettorale? «Sto battendo i piccoli paesi, diciamo che sono in contatto con l’Italia profonda».
E cosa sente? «Avverto un recupero, i famosi incerti si materializzano, si vedono, si interrogano e ci interrogano».
Chi sono gli incerti? «Quelli che ho visto sono di centrosinistra. Si chiedono se è il caso di votare ancora. Si informano, vogliono sapere, attendono risposte. Però l’altro dato è che ovunque si tocca con mano la novità del Pd, fatta anche di tante persone nuove che si affacciano alla politica, e soprattutto tante donne, e tanti giovani».
Come viene percepito il Pd? «Come una novità vera: lo si capisce dai giovani che parlano per primi alle manifestazioni, dalle persone che si occupano di politica grazie al Pd. Ma lo si capisce anche da come la gente accoglie il messaggio politico: la nostra scelta di andare liberi, con un’assunzione di responsabilità che vuoi dire basta litigi, basta frammentazione, è vissuta come liberatoria. Poi ci sono i contenuti programmatici: io batto molto su precarietà e crescita».
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