Il Blog di Livia Turco

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La politica più pulita è nel segno del Pd

11 Ottobre, 2007 (17:45) | Senza categoria | Da: cesare fassari

«La sfida più ambiziosa? Un progetto riformatore per un partito popolare»

di Fabio Albertelli

Intervista pubblicata su ePolis del 11/10/07

Il disagio scatenato da Grillo va raccolto. E sulla “Casta” dico che non siamo tutti uguali. Io, per esempio, non ho scorte e raggiungo a piedi il ministero”

Dalla Casta si chiama fuori, lei che al ministero ci va a piedi. Nel Pd ci vorrebbe i giovani, i pensionati, le associazioni, il volontariato, chi s’impegna nel sociale, insomma chi è portatore di nuovo, idee e problemi. La vera sfida del futuro la vede nel patto di equità e solidarietà tra generazioni. E all’amico Emanuele Macaluso dice che in quel bagno di gente nel quale, come candidata nella lista romana “A sinistra per Veltroni”, s’immerge ogni giorno, ritroverebbe quei motivi e quel senso della politica che era stato l’insegnamento del Pci. Livia Turco, Ministro della Salute, ovvero la fatica del candidato che si rimette in gioco nella scommessa del Pd.

Cominciamo da Beppe Grillo…
Segnala un disagio che va raccolto, mi auguro che voglia aiutarci anche a trovare soluzioni. E che non semplifichi. C’è politico e politico, io sono una che va a piedi, non vuole scorte. Non mi va di essere catalogata nella Casta perché c’è anche una dignità personale.

Ma qualche problema c’è?
Il tema di una politica più pulita, più accessibile, più fruibile, più equa, più efficace è il nostro assillo. Il Pd nasce per questo. Pensi a quelle persone che non dialogano con Grillo, che non partecipano ai blog, non hanno tempo di andare in piazza, sono le persone che fanno più fatica, che sentono lontana la politica perché presi dagli assilli più quotidiani, il figlio, l’affitto, la malattia. Ecco io credo che la politica debba coinvolgere queste persone e dimostrare di essere a loro utile.

Macaluso parla di fusione a freddo.
Se Macaluso venisse con me in questi giorni si troverebbe semplicemente a casa sua tra studenti, anziani, associazioni, volontari. È la politica che mi ha insegnato il Pci. È un fatto straordinario, mai esistito che nascesse un partito andando a chiedere di partecipare. Non è fusione a freddo.

E la parola socialismo?
Nel nostro Paese c’è una componente del mondo cattolico democratico che non può essere definita socialista tout court, e quindi il progetto è costruire un centrosinistra- sinistra-centro, una cultura che rimoduli i valori dell’eguaglianza, dell’equità, della giustizia sociale. Ma penso che quella tradizione socialista e di sinistra sia talmente importante che, pur essendo già compresa nel progetto del Pd, debba anche essere nominata. Ecco perché mi piace “a sinistra”.

Quali sfide per il futuro?
La più ambiziosa è costruire il nuovo progetto riformatore. La scommessa è un pensiero nuovo e robusto che superi le tentazioni di leggerezza che vengono da questa società dell’apparire. Un pensiero che sostenga un partito veramente popolare. Ma il grande tema dei prossimi anni è quello dell’equità e solidarietà, di un patto fra generazioni. Abbiamo bisogno di legami, è necessario che ci sia uno scambio e una reciprocità tra padri e figli, uomini e donne.

E i bamboccioni di Padoa Schioppa?
Una battuta. Difendo questo suo modo di esprimersi senza contorcimenti ma con tale rigore intellettuale che fa essere anche ingenui politicamente. Padoa Schioppa non ha detto che pagare le tasse è bello bensì che la tassazione progressiva è un principio di equità.

Veltroni, cosa la colpisce in particolar modo del suo programma?
Il tema legalità e sicurezza è sicuramente innovativo, un modo maturo di coniugare diritti e doveri, legalità e cittadinanza, si sente che dietro c’è un sindaco che ha fatto le politiche sociali più importanti, si capisce che c’è un equilibrio che deriva dall’essersi misurato con le proteste dei cittadini quando dicono basta con i rom e con il fenomeno dell’immigrazione. Far rispettare la legge e valorizzare i diritti per me non è tema nuovo, ma nel panorama italiano sì: diritti e doveri bisogna chiederli anche ai più deboli. Se pratico un relativismo legale manco anche di rispetto a quelle persone. Facendo sconti ai più deboli non solo faccio un danno alla comunità ma ferisco anche la loro dignità. Un approccio questo che spesso ha viziato la sinistra.

Veltroni e Veronica Lario…
Il suo riferimento a Veronica Lario mi ha colpito molto perché ha dimostrato di apprezzare una persona. E che l’apprezzamento di una persona non ha confini.

Commenti

Commento da anciulino
Data: 28 Gennaio 2008, 12:17

Onorevole Signor Ministro Bersani, Onorevole Signor Ministro Turco,

La sera in cui, a “Ballarò”, Lei, Ministro Bersani, ebbe a dichiarare, anche molto pacatamente e signorilmente per l’ambiente che Lo circondava, CHE OGNI LAUREATO DEVE ESSSERE MESSO IN CONDIZIONE DI SVOLGERE LA PROPRIA PROFESIONE, accese: in centinaia di migliaia di giovani la speranza di poter finalmente lavorare senza essere sfruttati; in qualche interlocutore lo sgomento di veder scomparire le corporazioni di infausta memoria fascista ancora sostenute da alcuni partiti sedicenti aut moderati aut di destra, liberali e liberisti, offendendo i veri liberali e liberisti.
In particolare suscitò una grande speranza in circa 80.000 giovani e meno giovani farmacisti, la cui disgrazia è di non avere i soldi per comprare una farmacia. Pertanto, la propria professionalità viene sfruttata e mortificata da poco più di 16.000 titolari che si dividono i pingui guadagni prodotti dai loro sottopagati collaboratori, trattati alla stregua di commessi, con tutto il rispetto dovuto agli stessi, onesti lavoratori.
Ma con il passare del tempo alla speranza è subentrata la delusione, e che delusine. Onorevole Ministro Turco, Lei, che si è strenuamente ed inspiegabilmente opposta alla vendita dei medicinali di fascia C nelle libere farmacie, dovrebbe sapere che non v’è nulla di peggio per un lavoratore, specialmente se giovane, l’essere tradito dal partito che per tradizione si pone a difesa dei lavoratori.
Pensavamo che fossero solo i partiti difensori del patronato e delle corporazioni, collusi con Federfarma ad opporsi alla liberalizzazione delle farmacie. Ma, con somma costernazione abbiamo appreso che proprio Lei, più di altri, Ministro della salute, ha “scippato” la competenza con il passaggio della legge alla Commissione Sanità.
Forse, On. Turco sarebbe stato più proficuo se avesse pensato a risolvere il sistema “MALSANITARIO” italiano, invece di ergersi a difenditrice della corporazione dei farmacisti titolari. E, pur dicendosi di sinistra e pertanto di essere vicina ai giovani e propugnatrice del merito, non ha esitato a sacrificare sull’altare dell’insaziabile egoismo di pochi quegli, 80.000 giovani con sommo disprezzo del sacrificio, della capacità acquisita sul campo, della preparazione e di conseguenza dell’efficienza ed efficacia del servizio farmaceutico.
On. Ministro Turco, Lei ha dichiarato che la salute è una cosa seria. Ed allora perché non ha pensato agli ospedali, autentici trogoli ove ci si ammala o si muore invece di guarire?
Dica la verità, davvero pensa che un farmacista che abbia ereditato la farmacia paterna o abbia avuto i miliardi di papà per acquistarla sia più bravo di un giovane che, al contrario del primo, ha sudato veramente sui libri, e magari insieme con la lode abbia il dottorato di ricerca, ma non i soldi per acquistare la farmacia?
Un esempio? Una farmacia viene posta i vendita per cinque miliardi di lire.Otto giovani farmacisti riescono a consociarsi ed ottenere, fra aiuti familiari e prestiti la somma. Ma arriva la figlia di papà che offre sei miliardi, preleva la farmacia e si dice disposta ad assumere qualcuno degli otto con contratto a tempo però e non donne perché esse sono soggette ad assentarsi più facilmente ed hanno maggiori diritti degli uomini.
Questo è il sistema o meglio l’andazzo che tutti i signori della politica ben conoscono e intendono difendere. E’ mai possibile che un deputato di sinistra intenda difendere “LE CORPORAZIONI CHE PREMIANO GLI INETTI “ come scrive il Professore Panebianco!?.
I titolari si oppongono minacciando scioperi; in corsivi ed interviste dichiarano che la farmacia è un luogo “austero” , che i medicinali non possono essere venduti nelle farmacie libere.
Ma tutti sanno, anche Lei Signor Ministro, tutti coloro che si oppongono acchè bravi giovani aprano una farmacia tutta loro, che gli scioperi sono proclamati al solo fine di tutelare monopolii ultraproduttivi e non la salute ed i benefici dei consumatori( quando passò la norma sulla vendita dei farmaci di fascia C alla Camera, furono mandati emissari al Senato, Lei On. Ministro si affrettò ad assicurare i potentati che la norma sarebbe stata cancellata in Senato
Altri dichiarò a “Report” di versare 250.000 euro ai partiti ed ai singoli parlamentari di maggioranza ed opposizione per facilitare l’accesso al dialogo- vedi Corriere della Sera del 09.06.2007 pag. 30). E tutto questo non certo per la tutela della salute, ma per la tutela dei lauti proventi dei titolari di farmacia.
I giovani farmacisti non hanno tanti soldi da versare ai partiti, hanno solo l’arma del voto che ormai è un ‘arma spuntata.
Tutti sanno, anche Lei On. Ministro, che non c’è nessuna differenza se lo stesso medicinale viene venduto da un farmacista in una vecchia farmacia o da un farmacista in una farmacia libera. Anzi, il professionista della farmacia libera dà maggiori garanzia ed affidamento atteso i maggiori e mirati controlli, sollecitati potete immaginare da chi.
E poi, se le farmacie sono luoghi “austeri”, come ha sostenuto qualcuno troppo interessato su Farma 7, perché non si vieta la vendita di cosmetici, erbe, profumi, scarpe, zoccoli, occhiali, pannolini, pannoloni, acque minerali, caramelle,ecc; si permettono invitanti vetrine come in un qualsiasi negozio, souvenirs e gadgets per i clienti, offerte promozionali, prendi tre e paghi due come in un qualsiasi supermercato? Vi sono farmacie ove meno di un decimo delle scaffalature è occupato dai medicinali. Questa è austerità?
Quanto vorremmo una risposta, magari in una trasmissione televisiva, da parte Sua On. Turco.
Onorevole Ministro Bersani, veniamo a Lei . Ella che intende promuovere e difendere il merito perché ha permesso che altri Le portassero via la possibilità di una equa distribuzione di una delle più grosse “ATTIVITA’ PRODUTTIVE” del Paese? Che c’entra l’attività di farmacia, ove ormai si vendono solo specialità ed i galenici sono del tutto sconosciuti, con il Ministero della Salute?
A proposito di attività produttive, lo sa che in una settimana di turno una farmacia rurale guadagna più dello stipendio annuo di due collaboratori della stessa ?
Facciamo un altro esempio, tratto anche questo dalla realtà.
Una farmacia di …………. ha un reddito annuo ( dico reddito ) di euro 379.000( quello dichiarato). I due dipendenti (un uomo ed una donna, che non godono della flessibilità dell’orario come i pubblici dipendenti, non possono prendere giornate libere a recupero del turno festivo,le poche ferie a discrezione del farmacista, non hanno diritto a ponti, non possono ammalarsi e la donna non può sposarsi perché se resta incinta perde il posto, trattandosi di contratti basati sulla fiducia è facile il licenziamento) i due dipendenti che portano avanti la farmacia da soli, costano al titolare meno di 42.000 euro all’anno compresi gli oneri contributivi, e diciamo meno perché gli oneri contributivi sono spese deducibili dal reddito imponibile.
Come detto i due dipendenti provvedono a tutto, il titolare riscuote. I due collaboratori sono professionalmente validissimi per portare avanti l’impresa farmacia, a detta del titolare, poverino non saprebbe come fare senza di loro. Però gli stessi diventano dei mentecatti, degli incapaci nel momento in cui intendano condurre una farmacia tutta loro. Se la professionalità viene usata al servizio di altri tutto bene, al proprio servizio non vale.
Onorevole Bersani, On. Turco, ma vi rendete conto tutti quanti di che cosa dite e fate?
Chiediamo a Lei, Onorevole Ministro della Repubblica fondata sul lavoro ( poveri illusi i padri costituenti. Oggi è necessario cambiare e scrivere sul LAVORO DI MOLTI ED I GUADAGNI DI POCHI), l’unico ad aver mostrato di avere il coraggio di dire la verità contro i così detti poteri forti, perché quel reddito di 379.000 euro di un solo farmacista non può essere diviso in sei o sette bravi farmacisti?
On. Turco si è resa conto o no di quanti mila posti di lavoro ha privato i giovani con la scusa, meschina, della professionalità? E quale danno ha fatto ai consumatori?
Onn. Ministri, chi ha contrabbandato questioni personali e di poltrona per necessità politica, ha fatto cadere il Governo, un Governo che con il tempo avrebbe potuto far raccogliere ai lavoratori i frutti di due anni di sacrifici per risanare una situazione economica disperata avuta in eredità, ora verranno i naturali difensori delle corporazioni che certo non voteranno per Lei, On. Turco né per il Suo partito, ed ogni speranza dei giovani farmacisti verrà meno.
Ma noi vogliamo ancora sperare. Vogliamo sperare che i maggiori esponenti dei partiti che si ergono a difesa dei lavoratori nella promozione del merito e ella professionalità, continuino la battaglia delle liberalizzazioni in una eventuale campagna elettorale e in una eventuale opposizione.
COME PER TUTTE LE ALTRE PROFESSIONI C’E’ LIBERTA’ D’ESERCIZIO, ANCHE PER NOI FARMACISTI CI DEVE ESSERE LA STESSA LIBERTA’.
Onorevole Ministro Bersani, alzi la voce, non sia signorilmente pacato come si mostra in televisione, faccia come i suoi colleghi, lo fa per una giusta ed umana causa. Denunci chiaramente i nomi di chi rema contro di noi, usi i loro stessi sistemi e mezzi: alle loro menzogne risponda con la verità.
Prima di invitare i sindaci a svegliarsi, svegli chi sta al centro. Che la smettano tutti, sindacati compresi, a remare contro i giovani. Basta con la protezione ad oltranza di chi già ha.
Nell’ultima Sua apparizione a “Ballarò” , seguita d’altronde a sprazzi perché ci vuole stomaco per sopportare le facce, i discorsi capziosi che sfuggono l’argomento e le battute ritenute sarcastiche che fanno effetto sugli ignoranti la cui schiera sembra non esaurirsi mai, si è discusso dei redditi e della forbice sempre più larga fra redditi stratosferici e redditi minimi e sempre più minimi. Sarebbe stata un’ottima occasione per stigmatizzare i guadagni stratosferici per legge dei farmacisti e di altri professionisti. Peccato, sarebbe stata un’ottima occasione per mettere il Suo interlocutore sull’aut-aut.Lo faccia nelle prossime occasioni, ci contiamo.

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