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Queste decisioni spettano allo Stato

5 Novembre, 2007 (13:36) | Interviste | Da: cesare fassari

Un valore per i laici. Condivido il richiamo a non banalizzare la sessualità

di Daniela Daniele

Intervista pubblicata su La Stampa del 30 ottobre 2007

Il Ministro Livia Turco valuta «con serenità» le parole del Papa. Ne apprezza alcuni passaggi. Ma precisa che «da ministro e cittadina» non può che riconoscere la validità della legge al riguardo.
Ministro, che effetto le ha fatto il discorso di Benedetto XVI?

Mi riservo una lettura più attenta dell’insieme del testo per una valutazione approfondita. In ogni caso, condivido il suo richiamo a un’educazione per i nostri giovani improntata a valori importanti, forti, come quelli della responsabilità e del riconoscimento dell’altro. Apprezzo molto l’invito a non banalizzare la sessualità, e dovrebbe essere ascoltato anche dai laici”.
Però…
C’è un piano che riguarda la legge e quindi un’indiscutibile sovranità, quella del Parlamento. Pertanto non ritengo possibile accettare l’invito all’obiezione di coscienza ai farmacisti. Come hanno ricordato loro stessi, rispondono a una legge, all’articolo 38 del regio decreto 1706 del 1938. Ma potrebbero bastare buonsenso e deontologia professionale per capire che non è possibile sottrarsi alla vendita di un farmaco prescritto su una ricetta medica”.
C’è chi accusa la Chiesa di ennesima ingerenza.

Io credo che si debba avere il massimo di serenità. Il Papa ha espresso un’opinione, com’è suo diritto, ma quando si tratta di leggi dello Stato la sovranità è dello Stato. Per questo accolgo il discorso educativo contenuto nelle sue affermazioni, ma con altrettanta fermezza, da ministro e cittadina, dico che i farmacisti devono rispettare la legge”.
Il Pontefice parla di “prodotti che hanno per scopo le scelte chiaramente immorali, come per esempio l’aborto e l’eutanasia”.

Non credo che l’Emea, ovvero l’agenzia europea del farmaco, che risponde alla politica dell’Ue, consenta, abbia consentito o possa consentire che siano previste nella farmacopea ufficiale medicine che abbiano scopi chiaramente immorali”.
Forse Papa Ratzinger si riferiva alla pillola del giorno dopo? “Tecnicamente è un anticoncezionale, visto che contiene estrogeni ad alta dose, ma non la propongo come tale. Penso che debba essere considerata un estremo rimedio e che ai nostri ragazzi vada data un’educazione alla sessualità, anche per quanto riguarda i metodi contraccettivi, improntata alla prevenzione e alla tutela della salute. Considero la pillola del giorno dopo come extrema ratio in grado, in certi casi, di evitare l’aborto. Da cinque anni è prevista nella farmacopea ufficiale”.
E la RU486?

E’ una metodica abortiva validata scientificamente. Per la sua registrazione e commercializzazione occorre la richiesta di un’azienda farmaceutica. Richiesta che non è ancora avvenuta. Se avverrà, sarà in base alle regole del commercio dei farmaci in Europa. Non per scelta politica”.

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