Il Blog di Livia Turco

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Categoria: Interviste

Dopo la manifestazione. “Dialogo con tutte le opposizioni”

28 Ottobre, 2008 (18:18) | Interviste | Da: Livia Turco

Livia Turco intervistata da “Liberazione”

“Dopo la manifestazione di sabato non si torni al ‘ma anche’. Non ci possiamo più permettere oscillazioni”. E’ una delle sottolineature che Livia Turco ha voluto fare all’indomani della grande manifestazione del PD a Roma, contenuta in un’intervista pubblicata oggi (28 ottobre) su Liberazione. E Turco parla anche dei rapporti con la sinistra che è rimasta fuori dal Parlamento e che, sostiene, “può dare un contributo importante alla qualità della nostra democrazia”.

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«Il testamento biologico? Prima le cure palliative»

9 Ottobre, 2008 (18:28) | Interviste | Da: Livia Turco


Intervista a Livia Turco di Alessandro Calvi, da “Il Riformista” dell’8 ottobre 2008

 

«Non vorrei scandalizzare nessuno ma credo che sia più importante che tutti possano avere cure palliative e non essere soffocati dal dolore che non decidere in anticipo su idratazione e nutrizione».

E invece qualcuno ascoltando Livia Turco forse si scandalizzerà. Il dibattito sul fine vita è infatti tornato incandescente ora che il Parlamento ha riaperto un dossier che, dopo due anni di scontri sul testamento biologico, sembrava convenisse a tutti lasciare chiuso. A costringere tutti a tornare ai posti di partenza è arrivato il caso di Eluana Englaro. Proprio oggi la Corte Costituzionale dovrebbe iniziare ad occuparsi del conflitto di attribuzione sollevato dal Parlamento contro la Cassazione. E sempre oggi a Milano il tribunale dovrebbe pronunciarsi sulla esecutività della pronuncia che autorizza l’interruzione della nutrizione della ragazza. Ma anche la politica si fa sentire. Ieri il ministro Sacconi ha parlato della necessità di una legge «leggera» sul testamento biologico mentre la sottosegretaria Roccella ribadiva che una legge si farà presto.

«Tante volte - spiega la Turco - mi ha colpito la solitudine delle persone vicine alla morte. È questa la più inaccettabile delle disuguaglianze tra le persone. Ed è una disuguaglianza che va accentuandosi». Ci sono anche considerazioni come questa dietro l’importanza che Livia Turco dà a quanto sta avvenendo alla Camera. Mentre in Senato sono iniziate da tempo le grandi manovre sul testamento biologico, alla Camera ci si muove per costruire l’altra colonna di una impalcatura che complessivamente dovrebbe regolare il fine vita: una legge sulle cure palliative e le terapie del dolore. «L’aver incardinato questa legge è una cosa importante», premette la Turco che ne rivendica il merito all’opposizione. E spiega che tra i punti qualificanti delle proposte di legge sul tappeto - una a sua firma, un’altra a firma, manco a dirlo, di Paola Binetti - c’è «la promozione, tra i livelli

essenziali di assistenza, degli interventi per la dignità del fine vita». Ciò significa, spiega ancora la Turco, «costruire un piano nazionale per le cure palliative, promuoverle nell’assistenza ospedaliera e domiciliare, semplificare la burocrazia che ora è infinita se si vuole prescrivere un farmaco antidolore. Infine, la misurazione del dolore nella cartella clinica deve diventare parte integrante della normale attività clinica». Tutto ciò perché «siamo gli ultimi in Europa», dice l’ex ministro, mentre «evitare il dolore deve diventare parte della cura e della assistenza».

Nella scorsa legislatura «si sarebbe già potuta approvare una legge», dice la Turco che spiega di non dirlo «con spirito polemico» ma che «era più importante del testamento biologico». Ciò, però, non è avvenuto. Forse perché una riflessione seria è iniziata da poco ma «forse anche per la violenza dello scontro ideologico». «C’è sempre stato un accanimento su questi temi, ma così si è perso di vista un sano riformismo. Nel dibattito pubblico entra soltanto ciò su cui ci si divide, anche se non si tratta sempre dei temi più rilevanti».

Dunque, occorre una mediazione che la Turco ritiene si possa costruire anche sul testamento biologico o dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). È però importante, spiega, partire dal rapporto medico-paziente che deve essere basato sulla fiducia, così come centrale deve essere la figura del fiduciario al quale viene affidata la cura delle dichiarazioni anticipate. «È difficile dire in anticipo quali sono i trattamenti che si vorranno - spiega la Turco - ma si può dire che di una certa persona ci si fida e che può prendere decisioni». È questo, secondo l’ex ministro, anche un modo per ribadire e garantire per altra via l’attualità delle scelte “cristallizzate” nelle Dat che, in ogni caso, «non possono valere per sempre e vanno rinnovate». Ciò detto, «la mediazione si può trovare soltanto con l’aiuto della comunità medico-scientifica come quando si stabilirono i confini della

morte cerebrale. Lo stesso deve accadere per lo stato di coma vegetativo permanente. Sciolto questo nodo, le altre questioni come quella sulla nutrizione sono facilmente risolvibili. Ma oggi c’è un vuoto della scienza e non si può certo chiedere alla politica ciò che non riesce a fare la scienza». Già, però nel frattempo la realtà non aspetta e alla fine a prendere decisioni è sempre più spesso la magistratura, come insegnano i casi Welby o Englaro. E in questo c’è una grande responsabilità della politica. «Vero - risponde la Turco - come però è vero che tra la posizione “etica” della Binetti e quella “politica” di Marino è possibile una via di mezzo».

Abbiamo impedito che la sanità fosse un’altra Alitalia

9 Aprile, 2008 (17:27) | Interviste | Da: antonella

Intervista rilasciata all’Agenzia ASCA, 9/04/08

 

Qual è il suo rimpianto dovuto all’interruzione anticipata della legislatura? Prima di tutto di non aver vista approvata la mia legge per semplificare la prescrizione dei farmaci antidolore. Eravamo arrivati ad un passo dal traguardo con l’approvazione bipartisan al Senato ma poi la fine anticipata della legislatura ha impedito l’approvazione definitiva da parte della Camera. E poi altro cruccio è quello di non aver potuto portare a termine il Disegno di legge su “Interventi per la Qualità e la sicurezza del SSN” con il quale era mia intenzione avviare un profondo ammodernamento della sanità pubblica italiana. Con questo Ddl infatti avevamo affrontato alcune questioni dirimenti. Ne cito solo quattro che ritengo particolarmente significative e sulle quali il mio impegno proseguirà anche nella prossima legislatura: la necessità di una maggiore trasparenza nelle nomine di manager e primari; la necessità di garantire adeguati strumenti per la prevenzione del rischio clinico in tutte le strutture del SSN; garantire che i cittadini possano valutare la qualità dei servizi sanitari; portare a termine la realizzazione di una vera rete di assistenza sanitaria sul territorio. Mi sembra importante che questi obiettivi facciano oggi parte del programma del Pd.

Quali i primi punti in agenda che dovrà affrontare il prossimo Parlamento? Innanzitutto riprendere il cammino interrotto per approvare subito la legge sulle terapie del dolore. E poi come è noto la mia è da sempre una battaglia con le donne e per le donne, che devono contare di più: più donne occupate significa infatti più crescita, più nascite, famiglie più sicure economicamente e più dinamiche, meno bambini in povertà.

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L’Abruzzo verso le elezioni: Sanità, un bene di tutti i cittadini

9 Aprile, 2008 (12:06) | Interviste | Da: antonella

Intervista pubblicata su Il Centro, 9/04/08

«Dedicherò attenzione e lavoro all’Abruzzo. Sono disponibile, pronta a essere inflessibile verso i casi di malasanità ma anche a elogiare la «dedizione» di medici, infermieri e volontari»

Livia Turco, capolista alla Camera per il Partito democratico, risponde alla sesta intervista che il Centro dedica a candidati scelti per il ruolo istituzionale, perché debuttanti o perché esponenti della società civile. Il Ministro Livia Turco a Il Centro racconta dell’Abruzzo, dell’amicizia con Remo Gaspari, delle località turistiche che le sono famigliari, di rapporti umani e politici ormai consolidati.

Ministro Livia Turco accanto alla sanità d’eccellenza, ad esempi di buona sanità, ci sono casi come quello che si è verificato all’ospedale di Pescara dove un medico è agli arresti domiciliari per un rene scomparso. Fatti che destano allarme, Lei cosa pensa? «Ribadisco in primo luogo la vicinanza alla famiglia. Verso il loro dolore e lo sconcerto provato. So che nulla potrà ripagarle di quanto è accaduto. E’ un fatto gravissimo sul quale ci sono accertamenti della magistratura e sul quale c’è un atto ispettivo da parte del ministero. E’ un episodio sul quale bisogna essere inflessibili. Nel contempo, però, è necessario esaltare anche la buona sanità che c’è, che ho visto. A questa sanità bisogna rendere onore: ai medici, ai volontari, agli infermieri. Il mio giro in Abruzzo non è stato un tour elettorale».

Dicono che lei ha incontrato medici, operatori sanitari, cittadini e famiglie. Che ha preso molti appunti su un quaderno. «Sono stata in numerosi ospedali, a Gissi sono stata due ore ad ascoltare gli operatori, ed ho un quaderno pieno di appunti. Sono stata negli ospedali di Chieti, Guardiagrele, Ortona, Lanciano, L’Aquila, Vasto, Teramo, Giulianova. Ho visitato le Case della salute e i Centri di recupero. Ho fatto un giro accurato per rendere onore ai medici, agli infermieri ai volontari. C’è il desiderio e la volontà di migliorare la sanità per renderla più efficiente e ammodernare gli ospedali. Credo che bisogna essere tanto più forti nell’essere inflessibili sugli episodi come quello accaduto a Pescara, quanto più bisogna essere decisi nel valorizzare il buono che c’è».

Cos’è che bisogna migliorare subito? «Occorre ridurre le liste di attesa, fare una più capillare assistenza domiciliare. Ci sono accordi di programma per ammodernare ospedali e costruirne di nuovi. Abbiamo inaugurato la sala operatoria di Giulianova. C’è un accordo di programma per 35 milioni destinati a Giulianova e 36 per Teramo. Ho ascoltato le associazioni che si occupano di riabilitazione, le famiglie. I cittadini devono apprezzare la sanità, perché insieme la possiamo migliorare».

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La nostra scelta di correre liberi è avvertita come liberatoria

8 Aprile, 2008 (10:11) | Interviste | Da: antonella

di Bruno Miserendino

Intervista pubblicata su L’Unità, 08/04/08

«La nostra scelta di correre liberi è avvertita come liberatoria. Attenti però a non scavare fossati incolmabili con la sinistra radicale. Gli indecisi? Li sento, li vedo, ci interrogano. Ci parlano di precarietà e di laicità. Si convincono spiegando i nostri programmi, non battendo sul tasto del voto utile»

Livia Turco è in Abruzzo, gira per paesi e ospedali, ha la voce roca, però è ottimista, perché sente il Pd in crescita. E sul dopo avverte: «La scelta di correre liberi, puntando sul programma, è vissuta come una liberazione dai nostri cittadini, ma attenti a non scavare fossati incolmabili con la sinistra radicale».

Ministro, cosa vede in questi ultimi giorni di campagna elettorale? «Sto battendo i piccoli paesi, diciamo che sono in contatto con l’Italia profonda».

E cosa sente? «Avverto un recupero, i famosi incerti si materializzano, si vedono, si interrogano e ci interrogano».

Chi sono gli incerti? «Quelli che ho visto sono di centrosinistra. Si chiedono se è il caso di votare ancora. Si informano, vogliono sapere, attendono risposte. Però l’altro dato è che ovunque si tocca con mano la novità del Pd, fatta anche di tante persone nuove che si affacciano alla politica, e soprattutto tante donne, e tanti giovani».

Come viene percepito il Pd? «Come una novità vera: lo si capisce dai giovani che parlano per primi alle manifestazioni, dalle persone che si occupano di politica grazie al Pd. Ma lo si capisce anche da come la gente accoglie il messaggio politico: la nostra scelta di andare liberi, con un’assunzione di responsabilità che vuoi dire basta litigi, basta frammentazione, è vissuta come liberatoria. Poi ci sono i contenuti programmatici: io batto molto su precarietà e crescita».

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Basta autolesionismi. E non spingiamo la sinistra all’opposizione

17 Dicembre, 2007 (16:56) | Interviste | Da: cesare fassari

Bene la verifica a gennaio. La Finanziaria è importantissima, così come il Protocollo sul welfare, ora spieghiamoli al Paese.

di Federica Fantozzi

Intervista pubblicata su L’Unità del 17/12/2007

Va bene la verifica, ma senza malafede: «Ognuno si chieda se vuole che il governo continui. Se sì, troveremo l’accordo». Livia Turco, ministro della Salute, affronta l’agenda della maggioranza per il 2008. La legge elettorale va avanti perché «è caduta la pregiudiziale anti-Berlusconi, ora si discute nel merito». Avverte: «Sì al Pd a vocazione maggioritaria senza forzature. No allo schema sinistra di governo e sinistra di opposizione, no al centro ago della bilancia». E sulla questione Fiamme Gialle assolve Tps: «Qualche imperizia tecnica ma nella sostanza ha ragione. Il generale è stato scorretto».

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