Il Blog di Livia Turco

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Ambiente. Turco “Non guardare solo agli interessi delle imprese”

19 Ottobre, 2008 (16:50) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

(ANSA) - SAINT-VINCENT (AOSTA), 19 ottobre – “Il tema dell’ambiente è talmente importante che è bene che l’Italia guardi agli interessi dell’intero Paese e non soltanto a quello di una parte, in questo caso delle aziende”. Lo ha detto la deputata del Pd Livia Turco, intervenendo, a margine del convegno della fondazione Donat-Cattin, sulle polemiche riguardo alla posizione dell’Italia nell’Ue circa la questione del clima.
“Si deve considerare - ha aggiunto Livia Turco - che è in gioco il futuro del nostro pianeta e dei giovani, il governo sia un po’ coerente e guardi al bene comune“.

Federalismo fiscale. Turco: “Facciamo la bicamerale”

19 Ottobre, 2008 (16:10) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

 

(ANSA) - SAINT-VINCENT (AOSTA), 19 OTT - Per realizzare il federalismo fiscale, il Pd chiede al governo “che ci sia una discussione di merito approfondita e rigorosa, perché è una grande e complessa riforma di cui il Parlamento deve essere pienamente investito, noi abbiamo fra l’altro suggerito una commissione bicamerale”. Lo ha evidenziato Livia Turco, ex ministro della Sanità e deputata del Pd, intervenendo a Saint-Vincent, assieme al ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, al convegno “Una legislatura per le riforme?” organizzato dalla fondazione Donat-Cattin.
Per ciò che concerne le ricadute del federalismo sul sistema sanitario, la Turco ha sottolineato che “nel passaggio dalla spesa storica ai costi standard è necessario che questi ultimi consentano di realizzare un adeguato obiettivo di salute e che quindi contengano livelli di prestazione, sia nella quantità che nella qualità, coerenti con la salute dei cittadini”.
Livia Turco ha anche chiesto garanzie per “una copertura omogenea sul territorio per evitare che il federalismo fiscale sia un modo per ridurre la sanità pubblica”.

Disabili. Turco: giù le mani dai permessi per chi li assiste

16 Ottobre, 2008 (15:02) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

 

Le proposte di modifica alla legge 104 del governo sui permessi per l’assistenza ai disabili sono state al centro di un acceso scontro alla Camera tra Livia Turco e il Ministro Brunetta. “E’ davvero incomprensibile - ha detto Livia Turco - e abbiamo visto il disagio anche dei parlamentari della maggioranza, che dopo tanto parlare di famiglia, con una delega in un provvedimento che non c’entra nulla, si propone una sostanziale modifica della legge 104, inasprendo così, pesantemente, la vita delle famiglie che hanno ragazzi disabili gravi e gravissimi”. “Il mio auspicio - ha proseguito - è che il Governo torni indietro”. “Ma la propaganda ha un limite. Se è la lotta ai falsi invalidi, l’abbiamo sempre fatta, ci sono gli strumenti nella legge 104. Il ministro Brunetta invece di blaterare, applichi la legge 104, faccia i controlli. Cosa c’entra la lotta ai falsi invalidi, su cui noi siamo d’accordo e la facemmo quando eravamo al governo, con le persone che hanno disabilità gravi e gravissime? Queste persone hanno un bisogno disperato di aiuto, non di vedersi restringere i permessi garantiti dalla legge 104″. A fine seduta il Governo ha accettao, come chiesto dall’Opposizione. di rimandare la discussione sul provvedimento.

Interrogazione al governo sui tagli ai fondi sanitari

16 Ottobre, 2008 (14:47) | Documenti | Da: Livia Turco

Con un’interpellanza al Ministro Sacconi, Livia Turco e altri parlamentari, hanno chiesto conto dei tagli agli stanziamenti per l’ammodernamento della rete sanitaria pubblica che erano stati adottati dalle finanziarie del Governo Prodi.

leggi il testo integrale dell’interpellanza

interpellanza al ministro Sacconi

Da governo nuovo colpo a sanità: ancora tagli per 1,2mld

15 Ottobre, 2008 (10:00) | Dichiarazioni | Da: Livia Turco

Dopo i tagli al fondo sanitario nazionale di 5,5 miliardi di euro nei prossi tre anni, la scure del Governo cala anche sui fondi in conto capitale, quelli per ammodernare la rete dei servizi sanitari e l’acquisto di nuove teconologie. Nelle pieghe della finanziaria, infatti, si scopre che il Governo ha deciso un altro taglio infliggendo un duro colpo al servizio sanitario pubblico: solo per il 2008 è di 1,2 miliardi di euro il taglio ai fondi destinati alla costruzione di nuovi ospedali. In tal modo il combinato disposto del decreto estivo n.112 e della manovra finanziaria per il 2009 mette in discussione i fondi che il governo Prodi aveva stanziato con la finanziaria per il 2008 per la costruzione di nuovi ospedali, la ristrutturazione di quelli esistenti e la realizzazione di nuovi servizi territoriali. Solo per il 2008 erano previsti 1,6 miliardi di euro per l’edilizia ospedaliera che il governo Berlusconi ha ridotto drasticamente a 400 milioni di euro: un taglio di oltre 1,2 miliardi che avrà effetti drammatici sui cittadini e sui bilanci delle Regioni, soprattutto le più virtuose, che si sono già indebitate per quegli investimenti. Per non parlare dei fondi per il 2009 ed il 2010 che sono stati letteralmente falcidiati. Da questi tagli chiuderanno numerosi cantieri in tutta Italia che noi eravamo riusciti faticosamente ad avviare. E’ un’ulteriore conferma dell’irragionevolezza della manovra finanziaria del Governo, tutta a danno dei cittadini, alla quale il Pd si opporrà fortemente fuori e dentro il Parlamento.

«Il testamento biologico? Prima le cure palliative»

9 Ottobre, 2008 (18:28) | Interviste | Da: Livia Turco


Intervista a Livia Turco di Alessandro Calvi, da “Il Riformista” dell’8 ottobre 2008

 

«Non vorrei scandalizzare nessuno ma credo che sia più importante che tutti possano avere cure palliative e non essere soffocati dal dolore che non decidere in anticipo su idratazione e nutrizione».

E invece qualcuno ascoltando Livia Turco forse si scandalizzerà. Il dibattito sul fine vita è infatti tornato incandescente ora che il Parlamento ha riaperto un dossier che, dopo due anni di scontri sul testamento biologico, sembrava convenisse a tutti lasciare chiuso. A costringere tutti a tornare ai posti di partenza è arrivato il caso di Eluana Englaro. Proprio oggi la Corte Costituzionale dovrebbe iniziare ad occuparsi del conflitto di attribuzione sollevato dal Parlamento contro la Cassazione. E sempre oggi a Milano il tribunale dovrebbe pronunciarsi sulla esecutività della pronuncia che autorizza l’interruzione della nutrizione della ragazza. Ma anche la politica si fa sentire. Ieri il ministro Sacconi ha parlato della necessità di una legge «leggera» sul testamento biologico mentre la sottosegretaria Roccella ribadiva che una legge si farà presto.

«Tante volte - spiega la Turco - mi ha colpito la solitudine delle persone vicine alla morte. È questa la più inaccettabile delle disuguaglianze tra le persone. Ed è una disuguaglianza che va accentuandosi». Ci sono anche considerazioni come questa dietro l’importanza che Livia Turco dà a quanto sta avvenendo alla Camera. Mentre in Senato sono iniziate da tempo le grandi manovre sul testamento biologico, alla Camera ci si muove per costruire l’altra colonna di una impalcatura che complessivamente dovrebbe regolare il fine vita: una legge sulle cure palliative e le terapie del dolore. «L’aver incardinato questa legge è una cosa importante», premette la Turco che ne rivendica il merito all’opposizione. E spiega che tra i punti qualificanti delle proposte di legge sul tappeto - una a sua firma, un’altra a firma, manco a dirlo, di Paola Binetti - c’è «la promozione, tra i livelli

essenziali di assistenza, degli interventi per la dignità del fine vita». Ciò significa, spiega ancora la Turco, «costruire un piano nazionale per le cure palliative, promuoverle nell’assistenza ospedaliera e domiciliare, semplificare la burocrazia che ora è infinita se si vuole prescrivere un farmaco antidolore. Infine, la misurazione del dolore nella cartella clinica deve diventare parte integrante della normale attività clinica». Tutto ciò perché «siamo gli ultimi in Europa», dice l’ex ministro, mentre «evitare il dolore deve diventare parte della cura e della assistenza».

Nella scorsa legislatura «si sarebbe già potuta approvare una legge», dice la Turco che spiega di non dirlo «con spirito polemico» ma che «era più importante del testamento biologico». Ciò, però, non è avvenuto. Forse perché una riflessione seria è iniziata da poco ma «forse anche per la violenza dello scontro ideologico». «C’è sempre stato un accanimento su questi temi, ma così si è perso di vista un sano riformismo. Nel dibattito pubblico entra soltanto ciò su cui ci si divide, anche se non si tratta sempre dei temi più rilevanti».

Dunque, occorre una mediazione che la Turco ritiene si possa costruire anche sul testamento biologico o dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). È però importante, spiega, partire dal rapporto medico-paziente che deve essere basato sulla fiducia, così come centrale deve essere la figura del fiduciario al quale viene affidata la cura delle dichiarazioni anticipate. «È difficile dire in anticipo quali sono i trattamenti che si vorranno - spiega la Turco - ma si può dire che di una certa persona ci si fida e che può prendere decisioni». È questo, secondo l’ex ministro, anche un modo per ribadire e garantire per altra via l’attualità delle scelte “cristallizzate” nelle Dat che, in ogni caso, «non possono valere per sempre e vanno rinnovate». Ciò detto, «la mediazione si può trovare soltanto con l’aiuto della comunità medico-scientifica come quando si stabilirono i confini della

morte cerebrale. Lo stesso deve accadere per lo stato di coma vegetativo permanente. Sciolto questo nodo, le altre questioni come quella sulla nutrizione sono facilmente risolvibili. Ma oggi c’è un vuoto della scienza e non si può certo chiedere alla politica ciò che non riesce a fare la scienza». Già, però nel frattempo la realtà non aspetta e alla fine a prendere decisioni è sempre più spesso la magistratura, come insegnano i casi Welby o Englaro. E in questo c’è una grande responsabilità della politica. «Vero - risponde la Turco - come però è vero che tra la posizione “etica” della Binetti e quella “politica” di Marino è possibile una via di mezzo».